Napoli-Vienna, legami di sangue ad alta tensione. Inizia nel 1972 l’amore tra Peppe Morra e Hermann Nitsch, rafforzatosi nell’arco di un trentennio di frequentazioni personali e professionali. A questa lunga amicizia, ora, viene non tanto eretto un monumento, quanto riservato e offerto al pubblico uno spazio vivo, in quel cuore della città vecchia e popolare (ancora) lontano dalle rotte del contemporaneo. Vico Lungo Pontecorvo 29/d, alle spalle di piazza Dante, in una di quelle ex insulae conventuali destinate, secondo le ambizioni dichiarate del gallerista partenopeo, a diventare un’isola della cultura. Un museo-archivio-laboratorio per le arti contemporanee interamente “consacrato” ad uno dei padri fondatori dell’Azionismo Viennese, che negli anni Sessanta irruppe sulla scena col suo sconvolgente Teatro delle Orge e dei Misteri, “sacra rappresentazione” in cui i performer interagivano con animali macellati e simboli cristiani e pagani, in una sorta di catarsi collettiva.
Una commistione che ben si adatta alla Napoli antica e stratificata, contraddittoria, cruenta e intensamente teatrale, e che non può cristallizzarsi in un ambiente meramente conservativo, ma si radica in un luogo vivo e alimentato da molteplici stimoli, nel quale non solo per custodire e mostrare un patrimonio storico, ma offrire sostegno a giovani artisti ed intellettuali, perseguendo e rinsaldando legami con altre istituzioni del territorio come il Pan, l’Accademia e le Università.
Così nell’ex centralina elettrica che serviva il Teatro Bellini – edificata nei primi anni del Novecento e alla quale, in attesa di un ascensore “panoramico”, si accede da una scala che copre un dislivello di 35 metri – il progetto di ristrutturazione ideato da Rosario Boenzi ha previsto una distribuzione su tre livelli, con continui sconfinamenti tra interno ed esterno: un percorso di sapori e profumi e un punto d’osservazione astronomica affiancheranno la sezione espositiva tout court, dove saranno proiettati in loop i video delle azioni di Nitsch ed installati in permanenza i relitti della collezione di Morra, più le opere della 55.malaktion realizzate lo scorso agosto e poste nel tunnel che collega il museo alla biblioteca-mediateca, dove verrà sistemato e catalogato il materiale a stampa. Il centro di documentazione, ricerca e formazione promuoverà regolarmente incontri sulle arti visive del Secondo Dopoguerra e l’acquisizione informatica di testi, immagini ed eventi. L’offerta sarà arricchita da un’audioteca di musica contemporanea, da un dipartimento per il cinema sperimentale indipendente, da un centro per le arti performative e multimediali e da un laboratorio per organizzare azioni, eventi, performance ed happening.
Ma Peppe Morra non s’è limitato a moltiplicare e condividere l’esperienza di vita vissuta accanto al genio austriaco: insieme al Museo Archivio Laboratorio, infatti, sta per tagliare il nastro della nuova sede della sua Fondazione che, dopo oltre dieci anni nel Palazzo dello Spagnuolo ai Vergini, passa a Palazzo Ruffo di Bagnara, in piazza Dante. Battesimo e trasloco, officiati naturalmente alla presenza del Maestro, cominceranno sabato alle 19 con l’inaugurazione del museo – interverranno Achille Bonito Oliva, Mario De Cunzo, Nerio Nesi, Jürgen Schilling e Peppe Morra -, dove alle 22 Paul Renner presenterà piatti dedicati al “festeggiato” (che, per inciso, il 29 agosto ha compiuto settant’anni). L’epilogo, domenica, si sdoppierà tra la colazione delle 11 alla Vigna San Martino e lo “Sfratto per finita locazione” di Giuseppe Zevola, alle 16 in via Suor Orsola 5.
(Roma, 10 settembre 2008)