Il momento del bisogno

17 aprile 2011

L’arte non ti abbandona mai. Neppure nel momento del bisogno, anzi soprattutto in quello. Macché ristoranti, gift shop e area relax… al primo posto tra gli indicatori di qualità di un museo, di una kunsthalle o di un qualunque spazio espositivo dovrebbero esserci i servizi igienici. E invece, a volte, capita di doversi accovacciare in indegni bugigattoli chimici o peggio, anche nei musei più belli, rimanere in apnea in gabinetti ridotti come i cessi di un autogrill a ferragosto.

Insomma, uno può anche decidere di installarsi in un ex spolettificio in rovina, ma la toilette deve essere come minimo impeccabile. Nuova, linda e pinta. Se poi è anche cool, tanto meglio.

Guardate la foto sopra, ad esempio. Siamo a Camogli, Fondazione Remotti. E quella che vedete è la lightbox piazzata fuori ai bagni. Maschi da un lato, femmine dall’altro nella realtà, ma ambiguamente insieme nello scatto di Andrea Bowers Your whole fucking culture alienates me. E così si prendono tre piccioni con una fava, assolvendo a tre funzioni: 1) espositiva; 2) pratica (alla fine, fa luce); 2) civile (se è vero che molti usano il “lavatory” come pensatoio, regala uno spunto di riflessione).

Ora, non che tutti siano in grado di pensare una cosa del genere (d’altra parte, in un posto che ha una stella di Zorio sul pavimento, una festa colorata di Rehberger che pende dal soffitto e un “infinito” di Pistoletto sulla facciata l’antibagno “firmato” è quasi ovvio), ma almeno, per carità, la carta igienica, il sapone, gli asciugamani (elettrici, di carta, di lino ricamato a punto erba) e il chimicone disinfettante vanno garantiti.

Diversamente, meglio battere in ritirata.

 

Nella foto in alto: Andrea Bowers_ Your whole fucking culture alienates me_ 2006_ lightbox_ 278x198x20 cm

 

Commenti

  1. Salvo ha detto:

    TROPPO BELLO QUEL BAGNO ANITA!!!!! Anche una buona idea per casa!!!

wela_noemi@mailxu.com