Se programmate un viaggio o una gita fuori porta, diffidate a priori delle mete dotate di: 1. museo delle torture; 2. museo delle cere. Specie se non c’è altro a parte: profumi, alcolici e tabacchi tax free; borse di similpelle taroccate made in China (o nei sottoscala o nei capannoni abusivi) ma spacciate per Italian style; zaffate norcine esalanti da botteghe che millantano la vendita di ”coglioni di mulo” e “palle di cinghiale”; pasta a forma di cazzetti e farfalle tricolori; statuette di gai fraticelli itifallici; grembiuli stampati con ricette; magliette con la scritta “Mafia. Italians do it better”; vino 3 calici 5 euro; cartelli bilingue italiano-russo per gonfi portafogli post-Muro.
Tutte cose reperibili nei borghi pseudo medievali che sfregiano il Belpaese, in confronto ai quali il Castello dei mostri alla Fiera della motozappa appare decisamente più onesto. E su questo, ormai, transeat. Ma quel che si fa fatica a capire è l’equazione, sistematicamente replicata, Medioevo=violenza. Nei posti in questione abbondano infatti – oltre alle esposizioni di strumenti bellici antichi e moderni[1] – negozi di armi di ogni tipo. Da fuoco e da taglio. Non stiamo parlando dell’armatura da indossare a Carnevale per spaventare i nipotini, o della cintura di castità da regalare all’amica zitella. Ma di fucili, pistole, spade, mazze ferrate.
Cosa c’è di strano in tutto questo, cosa c’è di male? Niente, direte: in fondo, il travisamento culturale non è reato da codice penale. Non lo è la manipolazione delle coscienze, figuriamoci un’inezia come dimenticare altri “prodotti” medievali come Dante, Petrarca, Boccaccio, Giotto… E poi c’è il libero mercato con la dura legge del profitto (poi dice il dogmatismo dei secoli bui), in base alla quale una bella alabarda probabilmente rende più del cd di canti gregoriani o del centerbe dei frati.
Il problema però è che queste sono mete gettonatissime per le gite scolastiche. Quale impressione ne ricaverà un bambino/ragazzino di media intelligenza, dotato di quella naturale, ancorché irresponsabile propensione al truculento tipica della sua età? Che tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e il Rinascimento abbiano imperversato pazzi sanguinari dediti ad ogni sorta di vessazione, sopraffazione e crimini contro i propri simili. Come se poi il Novecento ci fosse andato con la mano leggera. Quanto erano barbari dopo l’anno Mille. Invece quanto siamo civili noi, che insultiamo gli omosessuali per strada e umiliamo i disabili nei bagni della scuola per vantarcene su Youtube.
E questo rimarcare la distanza tra loro e noi, oltre che una mistificazione della prospettiva storica, offre su un piatto d’argento l’ennesimo contributo all’ottundimento del già sbiadito senso civico nazionale. Uno dei risvolti più inquietanti si annida proprio nel contesto. Tanto più subdolo e penetrante quanto più scimitarre, lance, archi e rivoltelle si mescolano tra il menu fisso dei ristoranti con vista panoramica e la paccottiglia del finto artigianato locale, diventando così l’ennesimo “oggetto” da guardare, valutare ed eventualmente acquistare. Ma solo se il prezzo è conveniente, eh…
[1] Se cercate l’arsenale nucleare di Ahmadinejad probabilmente lo troverete qui.