Spalancatevi abissi!

3 maggio 2011

Che cos’hanno in comune Silvio Berlusconi e il principe William, Antonio Bassolino e Umberto Bossi, Michael Jackson e Patrizia D’Addario, Roberto Saviano e Flavio Briatore? Ve lo diciamo noi. Tutti questi sventurati condividono il “privilegio” di essere stati immortalati in statuine del sedicente “presepe napoletano”. Succede ogni tanto che a San Gregorio Armeno, budello del centro antico dov’è Natale tutto l’anno, qualche artigiano cui prudono i cinque minuti di celebrità si faccia immortalare intento a scolpire il vip o quasi vip di turno. Che la statuina finisca su un vero presepe, accanto al bue e all’asinello, è alquanto improbabile, così come è dubbio che qualcuno possa acquistarla (non sono certo a buon mercato…). Ovviamente, ognuno è libero di vendere e comprare roba dalle fattezze grottesche e di fattura mediocre, però per cortesia smettiamola di accostarla al “presepe” e per giunta “napoletano”. Innanzitutto perché il presepe, da San Francesco in poi, teoricamente dovrebbe essere la sacra rappresentazione di uno degli eventi più luminosi e dolci della cristianità; insomma, anche per chi non è credente, un messaggio di pace e di letizia (non Noemi, eh). Quindi ditemi voi che c’azzeccano le quattro sgallettate del carrozzone di Papi o, peggio ancora, Obama con la testa di Bin Laden in mano (mica si sono lasciati sfuggire l’occasione…). Per l’uso improprio  dell’aggettivo “napoletano”, è evidente come questo abbia una valenza esclusivamente geografica, visto che nulla lega questi divertissement a cavallo tra cronaca e gossip ad una tradizione artistica secolare che, nel Settecento, aveva impegnato le mani di gente come Giuseppe Sammartino (quello del Cristo velato nella Cappella Sansevero) e viene tuttora coltivata da esperti ed abilissimi “figurari”. I giornali, puntualmente, ci cascano. Come dite? Ci sono cascata anch’io? Avete ragione. Ed è buio pesto…

 

(Il titolo di questo post ricalca l’esclamazione di Belfagor nella Cantata dei pastori di Ruggiero Casimiro Ugone, alias Andrea Perrucci)

 

 

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