Non si ci può bagnare due volte nello stesso fiume, figurarsi nello stesso mare. Moio & Sivelli vanno in vacanza citando Eraclito. Dove sono finiti gli irriverenti ragazzi di un tempo? Sono saliti in cattedra (all’Accademia di Belle Arti), ma non si sono certo ingessati. E concedono alla provocazione una parte. Quella parte. Quella che per Courbet era all’origine du monde. Insomma avete capito…
Moio & Sivelli, escluso il Naked lunch nella Project Room del Madre due anni fa, era dal 2007 che non vi si vedeva in galleria con una personale. Dove siete stati? Cosa avete fatto?
Siamo stati tra Napoli e il mondo. Abbiamo viaggiato molto, abbiamo partecipato ad alcune collettive e realizzato due opere pubbliche: la prima nel 2008, Timeless, un lavoro fotografico acquistata da Metronapoli in occasione della mostra Sistema binario, curata da Adriana Rispoli ed Eugenio Viola alla Stazione di Mergellina; la seconda è Genius loci, con Adriana De Manes, un’installazione luminosa che nelle prossime settimane sarà collocata al porto del Granatello di Portici. Dal 2008, inoltre, insegniamo videoinstallazione ed elaborazione digitale dell’immagine presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, impegno notevole ed entusiasmante!
Veniamo alla nuova mostra.
Panta rei, “tutto scorre”. Chi guarda è invitato a vivere la dimensione temporale del fluire proposta dalle opere: scorci di vacanza, che nell’immaginario collettivo si “fermano” in uno scatto. L’attimo è già passato perché “tutto scorre”, ma uno sguardo più profondo può cogliere il movimento che abbiamo impresso ad ogni foto. Questi particolari in continuo movimento fanno sì che “panta rei” sia la chiave di lettura per l’opera nel suo complesso. Visti i ritmi frenetici che viviamo quotidianamente, a volte sarebbe opportuno fermarsi a guardare le cose con più attenzione, per non rimanere in superficie, per scoprire così gli inganni del nostro tempo prima del totale assopimento dei sensi.
Frammenti di una vacanza, raccontata in sei monitor-cartolina…
Sono immagini scattate nell’Isola di Gran Canaria, panorami marini caratterizzati da un’atmosfera distensiva, vacanziera. Mare e relax. Apparentemente possono sembrare delle foto, ma, ripetiamo, in ognuna ci sono particolari in movimento, difficili da notare perché le cornici digitali sono completamente “in siliconate”.
Già, il silicone. Uno dei vostri materiali prediletti…
Oltre ad essere una cifra stilistica, il silicone vuole essere in qualche modo un filtro alla chiara lettura delle immagini: la nostra ricerca ha sempre posto un’attenzione particolare sulla percezione, esplicitandosi maggiormente in video come Roundabout (2005), Cappella privata (2007), Untitled (2010). E poi il silicone ci permette di mantenere una “dimensione tattile”del lavoro, nella ricerca di un rapporto “caldo”con il digitale. Per noi è un modo di rendere pittorico un video, una fotografia.
Gli impercettibili movimenti dei piccoli video – il lembo di una tenda, l’orlo di un prendisole, uno spicchio di ombrellone, le bandiere al vento – si fanno più veloci (ed ambigui) in Panta rei che, come un ingranaggio meccanico, si squaderna in visioni simultanee e molteplici di…
… una vagina che fuma! Un’immagine strana, improbabile… un’icona surreale che, replicata 121 volte in uno schema modulare, si rende maggiormente equivoca nella sua riconoscibilità. Sicuramente il “riconoscimento” dell’immagine comporta un piccolo shock, che ti riporta alla realtà (quella propria fatta di cognizioni e, forse, di tabù). È una sorta di ritorno dal viaggio dove l’importanza maggiore non è, a parer nostro, l’immagine provocatoria, bensì l’esperienza percettiva nel flusso continuo delle cose…
Del resto, il corpo e la sessualità fanno parte da sempre della vostra ricerca…
Beh, questa volta a performare non c’è un corpo intero (quello di Mouse, la loro abituale modella-musa, NdR)… ci è bastata una “piccola” parte! Il corpo viene qui raffinato e decontestualizzato in maniera diversa dal nostro solito, è una sintesi del nostro vissuto che in Panta rei è parte integrante dell’equilibrio della mostra.
Parlare di vacanze in tempo di crisi: provocazione o pensiero positivo?
Sicuramente pensiero positivo! La vacanza è uno stato mentale dov’è possibile collocare il proprio pensiero, dunque è un’esigenza e un diritto dell’essere umano. Niente a che vedere con l’idea consumistica del dover esserci e dell’avere, piuttosto, invece, una “ricerca”del proprio spazio… Noi ci siamo semplicemente rilassati ed integrati nel tempo del luogo, con la consapevolezza che avremmo espresso “in forma” tutto questo. Il resto… panta rei.
Torniamo all’insegnamento. Prof, quali consigli date ai vostri alunni?
Di essere onesti intellettualmente…, di credere nel proprio lavoro, e di vivere col sentimento! il binomio perfetto per la crescita e’ umilta’ nella ricerca e ambizione come superamento costante di limiti imposti.
E in termini pratici?
Di essere coraggiosi e sempre pronti al “viaggio”. non lasciarsi mai intimorire dalle distanze e da altri problemi di natura “pratica”.informarsi, stabilire connessioni, vivere il sociale… La cultura è un’arma da conquistare, costi quel che costi!
Il futuro è…
Tutto da scoprire…!
Moio&Sivelli_ Panta Rei_ a cura di Chiara Pirozzi. Napoli, Dino Morra Arte Contemporanea
(19 aprile -22 maggio 2012)