“Sì sono acquarelli, su carta satinata e perlopiù di 300 gr…”. 300 grammi. Massaioli la butta subito sul peso. La consistenza, la gravità che ti trascina verso la terra. Eppure sono leggere come veli di sposa queste sue opere, dove i personaggi volteggiano nel bianco come piante acquatiche nei paesaggi sonori di Debussy.
E la bilancia – il peso, la misura del peso – oscilla: carico d’oro è uno dei piatti, ma il prezzo del riscatto è truccato, ché qui i conquistatori son due. E ogni volta, maliziosi, si espongono da un’angolatura diversa mentre il segno impennato del sesso, pur netto, si perde nella grazia d’amore. Amore che era lì, sull’altro piatto, ed è appena volato dappertutto. Il vuoto, libero, librato, canta intorno all’abbraccio, ardente e pudico.
Le illusioni frizionano il sangue. Fuoco sottile e inafferrabile, il desiderio tempra le viscere. Da pietre focaie disseminate nella natura, ne accende i colori in piccole esplosioni. Scintilla volante e mai incendio, danza e non febbre.
Una mostra erotica a Napoli. Impossibile sfuggire alle antiche memorie di Ercolano e Pompei: proterve dita di bronzo a ghermire candidi seni o natiche pesanti, accoppiamenti bizzarri, gaia ginnastica postribolare, divinità itifalliche e pigmei porcellini… Ma non solo i secoli distanziano la rustica, secca energia pagana dai freschi intrecci di questi amanti-lumaca, continuamente riplasmati dall’amplesso, viscidi come la cavità della vita. Un amplesso che è canto amebeo di seduzione e di sfida, finché le voci si sciolgono nell’intreccio ermafrodita di un inno. Cancellati i confini, perso il perimetro, ripudiata la geometria, l’accoppiamento diventa fusione, felicemente caotica e ambigua.
Una “printemps sacrée” rinnovata nell’altissimo – ma quanto terreno e divertente – rito della coniunctio. “Ottusi amanti sublunari” raffinati, misteriosi, innocenti.
Testo per la mostra Na. To L’arte del presente, il presente dell’arte_ a cura di Alessandro Demma_ Castel Sant’Elmo, Napoli
(4- 14 ottobre 2013)