La luce che invade la galleria sbatte sopra le superfici di acciaio e ottone. È l’elegante ma non freddo minimalismo di Rita McBride, le cui sculture – fino al 31 ottobre da Alfonso Artiaco – attraverso la ludica grazia di forme ed arabeschi cercano di mettere ordine nel vortice di “immagini di idee, immagini di immagini, idee di idee” (come indica il testo di presentazione). Croci, cuori, pesci, conchiglie e farfalle “ritagliati” nel metallo come mascherine per lo stencil; templates, per usare un vocabolo moderno, o – se si preferisce un termine più tradizionale – “normografi” fatti di icone, per riscrivere nella contemporaneità un campionario di decorazioni appartenenti da tempo al repertorio dell’artigianato e delle arti applicate.
Appesi al muro o appoggiati sul pavimento come castelli di carte, i lavoridi McBride richiamano il senso di costruzione e purezza dell’altra mostra presente a Piazzetta Nilo, quella di Lello Lopez. Volontariamente avulso dai preziosismi della collega americana, l’artista puteolano ha raccolto la sua recente produzione in “Assioma della memoria” e, per evitare «il compiacimento», ha raffreddato attraverso il passaggio digitale disegni e fotografie, poi stampati su tela. «Questo lavoro – spiega – nasce dalla prepotenza delle immagini. La sera, prima di addormentarsi, capita a tutti di riflettere sulla giornata o sul passato: la realtà delle cose, delle persone, delle facce, delle presenze, il ricordo e il sentimento delle assenze, delle cose della vita e della vita. Agendo nella reminiscenza, tutto appare più sognante, leggero, fluttuante…». Una miriade di persone, luoghi, oggetti si addensa al centro del quadro, dietro il ricamo bianco dei neuroni. Un caos calmo dal quale si staccano, come bolle, altri elementi visivi, «naturale cortocircuito tra la forza invadente, ossessiva delle immagini, che fanno la memoria, l’esperienza, la comprensione di sé, il rapporto con l’altro, e la ragione, l’analisi, l’accomodamento ingannevole». I riferimenti concreti sono dati dagli interventi pittorici: fiori vivaci, dipinti «senza fervore espressionista, poggiando una sola volta il colore sulla tela». In altri sfondi, compaiono piante di edifici: «Nella memoria sono presenti le tracce delle iniziali interazioni con l’ambiente. Le architetture sono la realtà oggettiva non avvertibile in maniera compiuta, per questo ferme alla fase progettuale; il cielo è la percezione spazio-ambiente; i fiori fanno riferimento ai sensi». Le stesse coordinate si ritrovano nella scultura, «trasposizione in chiave tridimensionale delle opere a parete», nella quale i fiori freschi e il calore del rame concedono una nota emotiva a queste rarefatte “narrazioni”.
Articolo pubblicato sul Roma, 29 ottobre 2014
Rita McBride_Pattern and decoration
Lello Lopez_ Assioma della memoria
Napoli, Galleria Alfonso Artiaco
(12 settembre – 31 ottobre 2014)