Nuovo indirizzo, stessa linea di ricerca

12 settembre 2015

Annarumma
In principio era 404, poi alla galleria è bastato solo il cognome. Migrazioni di sede, tra piazza del Municipio e piazza dei Martiri, un’interessante parentesi meneghina, e adesso Francesco Annarumma è di nuovo pronto a cambiare indirizzo…

Anno nuovo, vita nuova… come, quando, dove e perché?
Era già qualche anno che volevo cambiare galleria, innanzitutto perché quella di via Carlo Poerio con i suoi 50/60 mq era davvero troppo piccola. Mi ci ero affezionato, ma non avevo spazio sufficiente per un ufficio decente ed un deposito, e ciò alla lunga ti condiziona. Avevo un deposito fuori sede e questo implicava una “movimentazione merci” con costi e perdite di tempo. Mi sono deciso quando la proprietaria ha deciso di vendere l’immobile per andare a vivere accanto al figlio a Roma. Mi ha chiesto se potevo lasciarle libero lo spazio. Ho capito la sua situazione e, presomi sei mesi di tempo, le ho inviato la disdetta.

Com’è la nuova sede?
Sono 150 mq a pian terreno, con 40 mq circa di giardino esterno, che utilizzerò nelle belle giornate o se un artista vorrà realizzare un apposito progetto. Avrò una bella stanza come ufficio, un piccolo deposito e sto allestendo anche una stanza per accogliere gli artisti quando verranno in città: un punto di appoggio che risulterà molto utile, soprattutto quando si tratterà di realizzare opere a Napoli.

Quali sono stati gli elementi decisivi per la scelta?
L’ubicazione a pian terreno, la mancanza di umidità, lo spazio esterno, un posto auto personale, la presenza di un portiere che riceva spedizioni. Insomma una serie di “lussi” che, dopo anni di sfacchinate, fanno piacere. Uno dei miei primi spazi, quello a via Santa Brigida, era addirittura al quarto piano! Mi chiedo come ho fatto a resistere là tutti quegli anni!

Via del Parco Margherita non è un po’ “periferica” rispetto alle altre gallerie?
Non direi: la galleria è esattamente a 250 metri da Piazza Amedeo, a quattro minuti a piedi dall’omonima stazione della metropolitana. La funicolare è vicina e a metà strada c’è pure un garage per chi vorrà venire in auto. Quasi di fronte al mio civico, il 43, ci sono le scale che portano al teatro San Carluccio, quindi, fatte poche rampe, ti ritrovi subito a Via dei Mille. In poche parole, una posizione che offre mezzi di trasporto veloci ed un quartiere tranquillo e sicuro anche di sera.

Qualche anticipazione sul debutto…
Amo organizzare prime mostre di artisti internazionali in Italia, o anche in Europa. Anche questa volta, il 30 settembre, ci sarà la prima personale italiana dell’americana Lauren Luloff, che lavora con tessuti diversi, assemblati e poi dipinti. Tra le sue ultime esposizioni, il solo show alla storica Marlborough gallery a New York, che ha diverse sedi nel mondo e che fu, tra l’altro, la galleria ufficiale di Francis Bacon.

Quale sarà il filo rosso del calendario 2015/2016?
Continuo solo parzialmente la ricerca iniziata un paio d’anni fa sulla pittura processuale ed aniconica: quest’anno infatti esporrò anche un fotografo ed una giovane scultrice.

Napoli è ancora una città interessante per l’arte contemporanea?
In un certo senso, se si è interessati all’arte contemporanea, è un posto privilegiato: nonostante le difficoltà, le gallerie continuano a fare belle mostre, fresche, spesso anticipando i tempi e le tendenze internazionali. Inoltre Napoli è una delle poche città italiane che ha un museo d’arte contemporanea funzionante: la direzione di Andrea Viliani è da considerare molto positivamente.

Gioie e dolori di un gallerista che sceglie di lavorare qui…
L’unica gioia è quella di lavorare nella città che ami. Non aggiungo altro.

(articolo pubblicato sul Roma, 11 settembre 2015)

 

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