Quante idee nell’arte “Made in Naples”

28 settembre 2017

Il primo amore, quello che non si scorda mai, fu un Mario Schifano del 1970: “Paesaggio anemico”. Il secolo breve era agli sgoccioli quando Fabio Agovino iniziava una collezione che, in circa vent’anni, è arrivata a comprendere oltre centocinquanta tra pitture, installazioni, video, sculture e fotografie. Pezzi acquistati dopo attenta riflessione o, al contrario, improvvisi colpi di fulmine, che di tanto in tanto traslocano dalla dimora abituale di Palazzo Sessa per stabilirsi temporaneamente in centri internazionali come il Moma Ps1 di New York o il Parasol Unit di Londra. Tra questi, lavori di Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Lutz Bacher, Luca Bertolo, Michael Dean, Helen Marten, Runo Lagomarsino, David Maljković, Seth Price, Andres Serrano, Kiki Smith, Michael E. Smith e, naturalmente, di molti artisti campani. Ed è in parte dalle proprie risorse, in parte dai forzieri di gallerie private, che Agovino ha attinto per “Made in Naples”, mostra curata insieme a Francesca Blandino, che aprirà i battenti oggi alle 19 presso la sede di Banca Widiba, al Polo dello Shipping.
Sono firmate da Danilo Correale, Giulio Delve’, Maria Adele Del Vecchio, Gabriele Di Matteo, Piero Golia, Francesco Jodice, Mariangela Levita, Pennacchio Argentato, Diego Petroso, Giulia Piscitelli, Paolo Puddu, Vincenzo Rusciano, Marinella Senatore, Lorenzo Scotto Di Luzio e Vedovamazzei le opere che, disseminate negli uffici di via Depretis, andranno a costituire il versante espositivo di un progetto pensato per sviluppare, a latere, una serie di riflessioni teoriche.
Ad occuparsene Marianna Agliottone, saggista e art advisor, che ha scelto la propria città per l’esordio – un’ora prima del vernissage – di un ciclo itinerante di conversazioni (ancora da definire le prossime tappe) su temi inerenti al collezionismo, quali la nascita e l’implementazione per valore e singolarità di una raccolta d’arte, la sostenibilità dell’impegno, le logiche e i canali d’acquisto, l’impatto nelle aziende, l’apporto degli studi professionali, il ruolo delle fiere come “luoghi” d’incontro, formazione e informazione.
Il primo talk vedrà in dialogo il direttore del Madre Andrea Viliani e l’imprenditore partenopeo Fabio Frasca, esponente di quegli appassionati “millennials” che stanno aprendo nuove prospettive nel mercato dell’arte. Se questo, infatti – sostiene Agliottone – “fino a poco tempo fa era una prerogativa esclusiva degli intenditori più raffinati, delle famiglie facoltose, dei collezionisti di generazione in generazione, oggi si sta aprendo sempre di più ad un pubblico maggiormente diversificato. La conoscenza e l’apprezzamento dell’arte, in particolare quella contemporanea, italiana e internazionale, ha stimolato la nascita di una nuova generazione di collezionisti”.

(Articolo pubblicato sul Roma, 28 settembre 2017)

favero@mailxu.com