“Camera con vista” nella nuova area per il digitale
Il titolo “Camera con vista” riprende quello del celebre romanzo di Forster, tradotto in celluloide da James Ivory, ma la mostra a Palazzo Roccella ha poco da spartire con la romantica storia dell’inglesina in viaggio a Firenze. La “camera” è infatti la nuova videoroom del Pan, la “vista” è quella dei video selezionati da Eugenio Viola e Adriana Rispoli, coppia curatoriale in costante ascesa, dopo il successo di “Sistema Binario” alle Stazioni Fs e Metropolitana di Mergellina (poi trasportata a Belgrado) e la designazione a successori di Stefania Palumbo e Gigiotto Del Vecchio nella Project Room del Madre. Nel frattempo, i contatti avviati col Palazzo Arti Napoli ha portato alla realizzazione del progetto “Video Review – Art and Documentation” presso l’Istituto Italiano di Cultura a New York, immediatamente a ridosso di questo nuovo debutto in patria, che si sofferma – senza alcuna pretesa di esaustività, sottolineano i curatori – su un genere consolidato da anni, nonostante qualcuno s’interroghi ancora sul suo effettivo status di arte, considerate la natura ibrida e la faciloneria con cui taluni vi si approcciano, soprattutto dopo l’avvento del digitale. Innegabili, però, i vantaggi “espositivi” della videoarte: variegata, quindi in grado di accontentare varie fasce di pubblico, vicina al linguaggio oggi più divulgato (quello televisivo), facilmente trasportabile e soprattutto low cost, fatto sempre apprezzabile, per istituzioni impossibilitate a produrre altro. E poi, se e quando incontra sensibilità e competenza, eccola fregiarsi giustamente dell’appellativo d’Arte tout court. Riflessioni che è possibile applicare ad una scena locale al solito attivissima, selezionata nella panoramica, visibile fino al 17 novembre (poi toccherà a “Ramp” di Guido Acampa), che ha cercato di contemplare una pluralità di interpretazioni. Fotografi come Francesco Jodice (“Rear window”), e Donatella Di Cicco (“The Sound of Italian People”), o cineasti tout court come Antonello Matarazzo, passato per i festival più prestigiosi, da Venezia a Locarno, e Marinella Senatore, che la decima arte la insegna e la pratica sul campo in modo “corale”, piazzando davanti alla macchina da presa soggetti “provinati” per strada. Nomi “established” , come Lorenzo Scotto di Luzio (“I will survive”), Giulia Piscitelli (presente all’ultima biennale di Berlino), Mariangela Levita, e le coppie Bianco-Valente (“Self Organizing Structures”, in collaborazione col musicista Mass), Vedovamazzei (“Route, 66”) e Pasquale Pennacchio & Marisa Argentato (“Modern Relics”)… Mid-career come Franco Scognamiglio, Raffaella Nappo e Maurizio Elettrico, e giovani come Sebastiano Deva, Iabo (suo il cartoon “Batt’e man”) e MaraM. Torna in scena per l’occasione Betty Bee, regina di trasgressione, col suo “Ciao Bucchì (Sopravvivere d’arte)”; e di provocazione se ne intendono pure Moio&Sivelli, i quali presentano però l’”innocuo” “Roundabout”, girato a Ponticelli intorno alla fontana-bomboniera-carillon di Buren.
(Roma, 27 settembre 2008)