Le stanze dei bottoni nell’obiettivo di Luca Zanier

4 novembre 2014
Luca Zanier_ FIFA I Executive Committee Zurich 2013

Luca Zanier_ FIFA I Executive Committee Zurich 2013

Onu, Fifa… acronimi che hanno fatto la storia, e che scandiscono il presente. Determinando le nostre vite, anche – e soprattutto – senza coinvolgerci in prima persona. Ma quanto conosciamo, “fisicamente”, lo spazio del Potere? È la domanda che Luca Zanier pone nel ciclo “Corridors of power”, in mostra fino al 4 novembre presso la galleria PrimoPiano in via Foria. Il fotografo svizzero entra in luoghi generalmente inaccessibili, o poco noti (il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, la sede della Regione Lombardia, la Bundeshaus di Berna), o in sedi di partiti e sindacati. E li immortala deserti, gelidi. Luci potenti, colori accesi, quasi fastidiosi. Come a voler tenere ulteriormente lontani individui che il Palazzo soverchia con l’imponenza delle sue architetture, accentuata dall’assenza. Edifici realmente, e metaforicamente, svuotati: d’importanza o di umanità?
Eppure il grandangolo invita ad entrare, ad immergersi tra le linee prospettiche, a scivolare tra le curve disegnate dalle archistar, ad applaudire meravigliati quelle sale enormi, accecati da lampadari iperbolici. Invece gli ambienti lussuosi sono desolati, le sedie abbandonate, l’energia sprecata. Si arriva perfino a dubitare che questi templi dello sport, della politica e della cultura esistano. Così belli e perfetti, saranno dei rendering? E l’effetto retroilluminato non rinvierà al fiume carsico di denaro, decisioni e manovre che scorre sotto le stanze dei bottoni? Affrontando le difficoltà logistiche di una simile operazione, Zanier ci sfida a capire, nonostante le orecchie piene di concetti come “democrazia partecipativa”, quanti passi siano necessari per percorrere tali corridoi. E se questi superbi penetrali, più che simboli prestigiosi di un’istituzione, non ne siano invece gli spettacolari fortini.

(Articolo pubblicato sul Roma, 2 novembre 2014)

Luca Zanier_Corridors of Power_ a cura di Antonio Maiorino Marrazzo_ Napoli, Galleria PrimoPiano
(17 ottobre – 4 novembre 2014)

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