Viaggiatori con la costellazione

17 agosto 2015
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ph. Ciro Discepolo

 

Per loro, il viaggio è il domicilio naturale. Tra le coppie più solide e affermate dell’arte contemporanea, Giovanna Bianco e Pino Valente hanno fatto di zaini in spalla e suole consumate il luogo di fusione tra arte e vita: globetrotter votati a mete insolite e lontanissime, dopo un “anno scolastico” molto soddisfacente, scivolano nella pausa estiva col sorriso sulle labbra…

Bianco-Valente: viaggiatori o turisti?
Viaggiatori, ma a “responsabilità limitata”, nel senso che non spediamo agli amici lettere memorabili che descrivono i luoghi attraversati, né teniamo un diario o un album con i disegni e gli schizzi dei paesaggi o delle architetture. Il nostro viaggio è fatto tutto di gamba e scostamenti di prospettiva interiore legati agli stimoli percepiti; all’apparenza non lascia tracce tangibili, tranne riemergere quando meno te lo aspetti, anche a distanza di anni, nello spirito di una nuova opera che ci accingiamo a realizzare.

Come scegliete le vostre mete?
Nel 2001 leggemmo un libro di Ciro Discepolo, poi diventato nostro grande amico, che parlava della possibilità di controllare in qualche modo il proprio destino spostandosi in luoghi particolari del globo in occasione del proprio compleanno. La cosa era così folle che decidemmo di sperimentare questa teoria su noi stessi, spostandoci due volte l’anno per raggiungere luoghi distanti e remoti, quasi sempre molto lontani dalle abituali mete turistiche. Durante questi viaggi si intrecciano con la propria esperienza tre livelli differenti: quello cartografico, quello temporale e quello simbolico, rappresentato dalla disposizione dei pianeti nel cielo in quel dato momento e luogo. Questa teoria affonda le sue radici antichissime nell’astrologia e nell’astronomia, e negli anni Settanta Ciro Discepolo, riscoprendola, l’ha ricodificata introducendo l’idea dello spostamento per scegliere, ogni anno, la costellazione simbolica migliore.

Estate di svago o di lavoro?
Come sempre tutt’e due: nel nostro ritiro estivo di Latronico (che precede il nostro abituale viaggio astrale, quest’anno alle Isole Shetland) portiamo avanti un progetto in cui invitiamo altri artisti in residenza per realizzare un’opera destinata a rimanere in permanenza nel borgo antico del paese. L’idea è quella di creare un museo “a cielo aperto” finanziato col contributo volontario dell’Associazione Culturale Vincenzo De Luca, che opera sul territorio da circa 10 anni.

Cosa non manca mai nella vostra valigia?
Tanti libri, che da un paio d’anni leggiamo in formato elettronico: il peso dei bagagli ne guadagna e non hai mai la paura di restare all’estero senza niente da leggere. Un paio di titoli che ci sono piaciuti molto? Come saggio “La mente estesa” di Rupert Sheldrake, come romanzo la quadrilogia di Elena Ferrante, ma anche “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón.

In vacanza, visitate mostre, musei, monumenti?
Se capita…

Un viaggio da ricordare? E uno da dimenticare?
Forse quello più avventuroso è stato quello dello scorso aprile per raggiungere l’isola di Saint Paul, in Alaska, nel bel mezzo del Mare di Bering: sulla via del ritorno capimmo che era stato anche un viaggio interiore. Per la seconda parte della domanda… non ci sono viaggi da dimenticare!

Il posto in cui, appena arrivati, vi siete detti “Resto qui per sempre”?
Fino ad ora le città che ci affascinano maggiormente sono Napoli e Hong Kong. Nella prima abbiamo il privilegio di vivere, con tutta la poesia e lo schifo che ciò comporta: paradossalmente è proprio questo continuo rimescolarsi degli estremi che la rende così stimolante. Più viaggiamo e più ci rendiamo conto della sua unicità. Di Hong Kong ci affascina l’architettura, con le sue prospettive mozzafiato, la commistione fra modernità e tradizione vissuta con naturalezza dai suoi abitanti e tante altre cose difficilmente descrivibili a parole. E comunque è proprio così: raggiungi un posto e in cinque minuti ti rendi conto se è “adatto alla vita” o meno.

La vacanza che vi manca?
Buenos Aires e l’Argentina, ma anche conoscere meglio i piccoli centri di Basilicata, Sicilia, Puglia e Calabria.

Villaggio o crociera all inclusive: un’esperienza già fatta, da fare o da evitare?
Non abbiamo ancora fatto crociere o vacanze in un villaggio turistico, ma negli anni abbiamo capito che la vita ti aspetta nei posti e nei momenti più impensabili per dispensare il suo carico di meraviglie e orrori, quindi… perché no?

(Articolo pubblicato sul Roma, 15 agosto 2015)

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