Archivio / Arte Antica e Moderna

Davvero di gusto quel cibo dipinto

17 ottobre 2008

A Villa Pignatelli dipinti e pannelli didattici ripercorrono la storia alimentare dei napoletani

«Esiste una sola arte, ma con tante diramazioni. E allora ci sono tante connessioni anche intorno alla cucina, perché la civiltà è comparsa quando gli uomini si sono messi intorno alla tavola». È con queste considerazioni che il presidente dell’Accademia Italiana della Cucina, Giovanni Ballarini, ha inaugurato ieri mattina a Villa Pignatelli “I colori del gusto”, carrellata sulla retorica del buon mangiare e del buon bere nella Napoli che fu, in un’epoca in cui al miliardo di obesi sparsi per il mondo fanno da contraltare i numeri, altrettanto imponenti e preoccupanti, dei denutriti o malnutriti (cifre, alla luce della recessione mondiale e del prospettato aumento dei nuovi poveri, purtroppo destinate a salire). (altro…)

Alma-Tadema e la nostalgia dell’antico

5 marzo 2008

Napoli, Mann

Quadri-museo, nel museo. Illustrazioni da lustrarsi gli occhi. Gli ultimi giorni di Pompei e il fervore degli scavi raccontati alla bella maniera dei pittori antiquari. Pagine di pittura pura, alternate ai reperti originari delle città estinte. In un percorso didattico e cinematografico…

Pittura, pittura, pittura. Serpeggia un’esaltazione pagana nel consueto allestimento compatto e labirintico del Salone della Meridiana. Mostra da godere, quella di Lawrence Alma-Tadema (Leeuwarden, 1836 – Wiesbaden, 1912), con la consapevolezza di trovarsi dinanzi a uno di quei cult di nicchia. Che miglior collocazione non avrebbe potuto trovare, ospite tra i reperti di quelle città che ritrasse in una languida e fedele varietà di toni, dimensioni e situazioni. Con un sentimento però distante rispetto allo smarrito feticismo dei neoclassici, i quali si fecero un punto d’onore del soggiacere alla distanza monumentale dei secoli che li guardavano dall’alto, sovrastandoli e schiacciandoli. Qui, piuttosto, la prospettiva è orizzontale e cinematografica, e non a caso la settima arte saccheggiò i dipinti del calligrafico sir. Dipinti che, in vari formati, regalano illustrazioni sentimentali e vibranti, anche quando la luce si fa fredda, tagliata, metallica.È in questa lussuosa serie di (altro…)

Ambre. Trasparenze dall’antico

15 maggio 2007

Napoli, Museo Archeologico Nazionale

D’amore e ambra. Continuano le preziose passioni del Museo Archeologico, in quella che è stata pensata come “la” mostra dell’estate. Tante, forse troppe, lacrime di gioia…

Prosit. Si apre con uno spettacolare marchingegno libatorio la mostra dedicata alla “gemma del giurassico”. Che gemma non è, ma una resina fossile: “lapis ardens” per i latini, bruciante goccia di sole versata dai pini, trappola di miele fulva o dorata per le minuscole vite dei primordi. Della sua vocazione ornamentale se n’erano accorti prestissimo, come dimostrano i reperti preistorici che, insieme a quelli altomedievali, danno alla rassegna partenopea un’intonazione non prettamente classica, diversificando così la straordinaria offerta, costituzionalmente grecoromana, di quello che, a Napoli, è il museo per antonomasia. L’esposizione parte in quarta con un balzo cronologico, mettendo elaborati manufatti barocchi a corredo del mito delle origini. E come dalla fontana di Maria Maddalena d’Austria zampillava vino, dagli occhi delle Eliadi, sorelle di Fetonte, sgorgarono lacrime per la morte dello sprovveduto fratello, mutandosi, appunto, in grani ambra. Incipit fastoso, che finisce col perdersi tra i “mondi lontani” dispiegati nelle sale al pianterreno, salvo risalire nel finale grazie ai manichini “vestiti” coi resti delle tombe di Sala Consilina e ai piccoli capolavori dell’oreficeria e della glittica romana. (altro…)

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