Il quadro era già piuttosto noto. Molti “papaveri” l’avevano visto, provandosi a riconoscerne la paternità. Eppure fu lui, grazie anche alle sapienti imbeccate del filologo Giorgio Fulco, a mettergli sotto la targhetta giusta, quella con cui oggi spicca nelle collezioni di Intesa Sanpaolo a Palazzo Zevallos: Caravaggio, Martirio di Sant’Orsola.
Una vita dedicata a Michelangelo Merisi quella di Vincenzo Pacelli, scomparso improvvisamente alla soglia dei 75 anni il giorno prima di San Valentino: dalla monografia sulle Sette Opere di Misericordia all’ultimo, monumentale tomo su “Caravaggio tra arte e scienza”, curato insieme a Gianluca Forgione e consistente in un ricco corpus di interventi pluridisciplinari. Passando per il preziosissimo carteggio tra il cardinale Scipione Borghese e il Nunzio Apostolico Deodato Gentile, da lui ritrovato nell’Archivio Segreto Vaticano, che ha ridisegnato con (ormai rara) acribia gli ultimi momenti di vita dell’artista lombardo. (altro…)
Archivio / Arte Antica e Moderna
La vie en Rodin
26 novembre 2013
Tubi rossi e teli bianchi. Tavolati di nudo legno. A guidare, orientare la visione.
Non tutte le sculture hanno bisogno dello sguardo a trecentosessanta gradi, tanto più che quelle di Rodin giocano sovente a negarsi: volti nascosti, fusi gli uni negli altri; corpi raccolti, le cui tornite e imprevedibili emersioni sostituiscono spesso la “parola” illeggibile sul viso.
Le impalcature dell’allestimento ideato da Didier Faustino, a metà fra l’atelier e l’officina, si addicono alla scultura, disciplina convenzionalmente ritenuta “banausica”. Del lavoro sono evidenti le tracce concrete, nelle masse che emergono dalle pietre gonfie come nuvole, nelle diverse declinazioni di non finito che lasciano nudi i segni degli strumenti. Lavoro come produzione, visto che l’artista, realizzati i bozzetti, demandò sempre più spesso l’esecuzione agli sbozzatori. Tramonto del titanismo romantico, specchio dei tempi moderni.
Le opere esposte a Milano sono perlopiù “piccole”, rari i pezzi di dimensioni monumentali. La solennità risiede piuttosto nelle espressioni: il ritratto di Puvis de Chavannes, per esempio, dove il gioco della luce sul velo della superficie anima la testa che sorge, massiccia, dal blocco. (altro…)
Lacrime e sangue
4 marzo 2013

Anonimo tedesco_ Vlad Dracula_ seconda metà del XVI secolo_ Olio su tela_Vienna, Kunsthistorisches Museum
Uno spettro si aggira per Milano. Canini aguzzi, mani adunche, mantello dal bavero rialzato. Oppure no: sguardo magnetico e pelle diafana, come gli eterni ragazzi di Twilight. Poche figure come il vampiro hanno mostrato una versatilità estetica pari al numero delle metamorfosi tradizionalmente attribuitele. E così il predatore delle tenebre dapprima ha abbrancato l’immaginario popolare, poi la letteratura, infine il cinema (compreso quello porno). Ma, in questo plotone di succhiatori maschi e femmine, spicca soprattutto lui: Vlad III Dracula, il voivoda di Valacchia che per rappresaglia mise a ferro e fuoco la Transilvania senza risparmiare proprio nessuno e che, secoli dopo, alla fama di sadico guadagnatasi in vita avrebbe aggiunto quella di condottiero delle legioni dei non-morti, grazie al capolavoro di Bram Stoker. (altro…)