Da un po’ di tempo, andando in giro per regge e palazzi reali, incappo puntualmente nella stessa tappa obbligata: la visita delle cucine. Ora, a parte che mi dà un po’ fastidio essere menata nei luoghi della servitù, tra fantasmi di sguattere sudate e valletti isterici, ma il dato comune è la standardizzazione degli allestimenti. (altro…)
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Organico di diritto, organico di fatto
5 maggio 2011
Mi chiedo (e per fortuna non sono l’unica) come abbiano potuto gli “intellettuali” scelti da Sgarbi per selezionare i 200 partecipanti alla Biennale prestarsi ad una simile pagliacciata. Patriottismo? Vanità? Candore? Superficialità? Voglia di esserci, di divertirsi? Come se una delle più importanti kermesse d’arte contemporanea al mondo fosse un risiko per dame annoiate. Come se questi “indicatori” avessero bisogno di notorietà. Come se non fossero note l’intemperanza e l’inaffidabilità del regista di questo teatrino lagunare. Uno che, tra una comparsata in tv e l’altra, chissà dove trovava il tempo per fare il sindaco, il (mancato) soprintendente e, appunto, il curatore di mostre. Comunque fa tristezza scorrere la lista degli “intellettuali”, perché automaticamente porta dritti dritti al qualunquismo di terz’ordine. C’è di tutto: storici dell’arte, sociologi, giornalisti, scenografi, registi, musicisti, filosofi… pure il mio cantante e il mio scrittore preferiti. E soprattutto tanta, tanta gente notoriamente di sinistra (perché, si sa, gli intellettuali di destra non esistono), che magari aveva tuonato contro Sgarbi e contro il regimetto di cui lo stesso costituisce un fulgido esempio, deplorando i maitre à penser senza la “schiena dritta”, accusando i conniventi. Che delusione… (altro…)
Spalancatevi abissi!
3 maggio 2011
Che cos’hanno in comune Silvio Berlusconi e il principe William, Antonio Bassolino e Umberto Bossi, Michael Jackson e Patrizia D’Addario, Roberto Saviano e Flavio Briatore? Ve lo diciamo noi. Tutti questi sventurati condividono il “privilegio” di essere stati immortalati in statuine del sedicente “presepe napoletano”. Succede ogni tanto che a San Gregorio Armeno, budello del centro antico dov’è Natale tutto l’anno, qualche artigiano cui prudono i cinque minuti di celebrità si faccia immortalare intento a scolpire il vip o quasi vip di turno. Che la statuina finisca su un vero presepe, accanto al bue e all’asinello, è alquanto improbabile, così come è dubbio che qualcuno possa acquistarla (non sono certo a buon mercato…). Ovviamente, ognuno è libero di vendere e comprare roba dalle fattezze grottesche e di fattura mediocre, però per cortesia smettiamola di accostarla al “presepe” e per giunta “napoletano”. (altro…)