“Chi pecora si fa, ‘o lupo s’o mangia”.
“’O no’, ma che vo’ dicere?”, chiedeva il bambino con la bocca aperta, l’occhio leggermente strabico dietro le lenti spesse come fondi di bicchiere.
Il vecchio lo guardava sconsolato, scrollando la testa: “Figlio mio, ‘a vita è comme ‘a scala d’o gallenaro: corta corta e chiena ‘e ppuppù!”.
Allora, anche se vagamente, Pierino capiva. Capiva che il papà di sua mamma, Peppe ‘o sbirrone, lo stava crescendo per diventare un vero uomo. Di quelli che danno le mazzate anziché prenderle, che stanno pieni di femmine e non devono dare mai conto a nessuno. (altro…)
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Report (mio) sulla pizza
11 ottobre 2014
Una delle cose che mi piacevano di più da bambina/adolescente era accompagnare mia mamma a comprare le pizze da Peppino sott’o ponte, detto Peppe ‘o nzevuso. Restavo affascinata dall’abilità delle mani che tiravano e stendevano i panetti fragranti, dal gesto largo nello spargere la mozzarella e l’olio dalla caraffa di rame, dal misterioso antro infuocato del forno a legna, dalla maestria di chi manovrava le due palette (una di legno, l’altra di ferro), adagiandovi sopra la pizza, ruotandole o rinforzando i trucioli ardenti; m’inebriavo del caldo profumo che si spandeva intorno a noi, che aspettavamo dietro il bancone, magari con la birra o la coca presa all’ultimo momento che trasudava freddo. Quand’ero piccola, tra l’altro, non esistevano ancora i cartoni singoli, perciò le pizze fumanti venivano piegate e impilate in un vassoio, poi incartato. Ecco, volevo dirvi che io spesso ho nostalgia di questa goccia della mia vita. Unta e nzevosa, però non mi scivola dal cuore.
Il corpo di Frida. Amen
18 settembre 2014
Qualche giorno fa ho visto quest’immagine su Facebook. Ho pensato: perdinci, qual singolare accolita di femmine disilluse! Poi, indagando un po’, ho scoperto che – scritta a parte1 – la vignetta è un’opera dell’artista messicano José Rodolfo Loaiza Ontiveros. Non ho informazioni né argomenti tali da poter dire se questa sia o meno una “rinconografia”© tout court, ma, in ogni caso, ignoro cos’abbia Frida Kahlo in comune con: una che non si è sposata il ciuccio ma poco c’è mancato; un’altra che faceva i servizi nella casa dei minatori dove s’era imbucata; un’altra ancora che s’è messa col principe azzurro grazie al piede e non, più prosaicamente, alla sede della “fortuna” (bizzarra, l’anatomia!). (altro…)