La mattina, verso le dieci e mezza/undici, alla mia vicina vengono i cinque minuti. Accende lo stereo a palla e bufff bufff bufff si gode il suo raptus di unzatunza. Solo una sottile parete ci divide. Ed io penso: ma perché la mia vicina ascolta questa musica truzza? E, soprattutto, perché le bastano solo cinque minuti? Eh sì, perché, per il resto della giornata, la mia vicina non si vede e non si sente, se non per cose insignificanti quali scatti della serratura, odore di cibo, ronzio di scopa elettrica (rarissime le martellate, episodiche le cene in famiglia).
Forse quei cinque minuti le bastano per ritemprarsi o, per usare un termine più adeguato, per ricaricare le batterie. A quell’ora, infatti, la mia vicina avrà già fatto un tot di cose come portare i figli a scuola dopo averli svegliati, lavati e vestiti, aver fatto la spesa e un primo turno di lavoro. Probabilmente, approfittando della pausa, è tornata a casa per sbrigare due faccende al volo e, finalmente sola, si gode i suoi cinque minuti di divertimento.
Probabilmente, oltre la sottile parete, la vicina ha un piumino in mano e si dimena ritmicamente mentre spolvera la credenza. Affetta zucchine agitando le anche. Oppure, in preda ad una possessione liberatoria, balla come una menade in mezzo al salotto, le chiome sparte e uno strofinaccio in mano. (altro…)
Archivio / Il Blog
Terroni si nasce
2 novembre 2012
Ma a Londra, Parigi e New York succede lo stesso?
Da quando vivo in un’altra parte del mio Paese, la domanda che mi viene posta più di frequente riguarda le mie origini. In sé, non la trovo una cosa né buona né cattiva: è una curiosità. Ed io la soddisfo nei modi implicitamente suggeriti dalla richiesta. Che va da un retorico Lei non è di qui, vero? a un più sottile E lei, con questo bell’accento, di dov’è?. (altro…)
Perdente in fiera
13 maggio 2012
Ovvero Una cosa divertente che non farò mai più
Perdonami David Foster Wallace. Perdonami se ti ho rubato un titolo per un evento che poco c’entra con la scrittura. Io pensavo che al Salone Internazionale (!?) del Libro uno andasse per annusare gli editori, prendere contatti con i tipi. Non per ritrovarsi in un megastore tipo Feltrinelli o Mondadori, di quelli che un pezzo per volta si sono rosicati la libreria di don Carmine e la mia tredicesima. Insomma, puoi comprare le stesse cose che troveresti altrove, o magari ordinare su Internet, con la differenza che al Lingotto trovi l’autore che parla e ti fa la dedica. Gli scrittori scrivono soprattutto autografi. Sul momento, oppure già belli e pronti nelle pile allo stand. (altro…)