Alla mostra viene il gruppo. Il gruppo, si sa, la domenica pomeriggio non ha niente da fare. Il gruppo si pianta davanti alle opere perché c’è la guida che spiega. Il gruppo si beve pure la giustificazione di un allestimento che, come dire?, proprio rigoroso non è però fa pathos. Il gruppo però, proprio perché ha la guida, si scansa i pannelli 3 x 6 scritti col rigore scientifico di una mariaventuri e quindi a quel punto il catalogo che se lo compra a fare. Il gruppo è di bocca buona oppure, proprio perché ha la guida, non osa interrogarsi sulla natura di certi accostamenti: basta, chi organizza la mostra sa perché lo fa, e poi guarda quei colori come sono simili, eh già, il criterio sarà quello, stanno bene l’uno vicino all’altro. (altro…)
Archivio / Il Blog
Rist in peace
24 novembre 2011
Io nuoto. Nuoto nella sala di un cinema buio.
Io danzo. Danzo nella sala di un cinema buio.
Le mie labbra, i miei seni, le mie mani, i miei piedi danzano. I miei occhi, il mio respiro nuotano. Io nuoto e danzo rannicchiata nella mia poltrona, al caldo. E non chiudo gli occhi, non adesso. Li apro sull’azzurro e sui colori. Verde, marrone, bianco, giallo, rosso, blu. Sui miei occhi si stemperano le velature, dietro la mia nuca sbocciano mandala. L’acqua si spalanca sotto di me.
Ed io nuoto, e respiro.
C’è un bar sotto il mare, lasciato intatto e pulito il giorno prima. Bagliori sugli affreschi, come gli Achei graffiti su un vaso, in una caverna infuocata. Dalla vetrata filtra una luce rossa. Siamo nella città, nel suo cuore elegante e ricco. E ce la siamo lasciata alle spalle, la città con le sue vetrine di lusso. Le persone parlano sottovoce, qui. Qui nel bar sotto il mare, con le bottiglie composte, ordinato come se fossimo davvero tutti vivi. (altro…)
Pianale B
13 novembre 2011
Quasi quasi, performativamente parlando, lo pianto qui. Giusto al centro della corsia, davanti alla Punto giallo metallizzato. O un po’ più in là, tra quel pezzo di prato spelacchiato e la portiera della Lancia color-canna-di-fucile. Se non mi sbrigo, rischio di trovarmi una zuppa di yogurt e pesce nel bagagliaio. Nonché di sciogliermi io stessa medesima, perché oggi fa caldo. È l’estate di San Martino, è domenica mattina, io ho collezionato trentanove centimetri di scontrino. Potrei infilarmici io, nel bagagliaio, e lasciare che siano i due branzini a girare come degli scimuniti per il parcheggio, cercando un posto in cui infilare ‘sto carrello maledetto. Il tutto per recuperare quei cinquanta centesimi schifosi intrappolati lì dentro. Il gesto odioso di liberare qualcosa riagganciando una catena. (altro…)