Capodimonte. L’ultima opera di Caravaggio da ieri è “in prestito” alla Pinacoteca

21 giugno 2005

E’ il più documentato dei dipinti di Caravaggio, forse l’ultimo. Eppure per anni non venne riconosciuto, tanto da essere attribuito prima al solito seguace non meglio identificato, poi addirittura a Mattia Preti, finché nel 1980 Giorgio Fulco e Vincenzo Pacelli, frugando tra le carte degli archivi, vi impressero in maniera inoppugnabile il sigillo del Maestro, con tanto di data: 1610. Da allora, la “Sant’Orsola confitta dal tiranno” è una star delle rassegne dedicate al lombardo e, senza dubbio, la principale calamità di quanti visitano la sede della Banca Intesa in via Toledo, quel Palazzo Zevallos nel quale la tela, dopo vicissutidini ereditarie snodatesi tra Genova, Napoli ed Eboli, e forse per influenza di un kharma misterioso (l’edificio appartenne anche ai Colonna, protettori napoletani del Merisi), approdò nel 1972, grazie all’interessamento di Raffaele Mattioli. (altro…)

Anri Sala

24 gennaio 2005

Napoli, Galleria Alfonso Artiaco

Sensi calamitati. Fino all’esasperazione. Dal rombo del motore in crescendo, alla luce abbacinante.
Un dittico di pellicole che sollecita vista e udito, ma separatamente…

Ancora gioventù nella galleria di Alfonso Artiaco. Dopo l’apertura-evento affidata a Perino & Vele, esattamente a un anno di distanza dalla proposta del duo Bianco Valente, si torna alla videoarte con una stella internazionale del settore: Anri Sala (Tirana, 1974), talento albanese di stanza a Parigi, trenta primavere alle spalle. Ambasciatore culturale di una non-nazione? Forse. Ma Anri Sala è a pieno titolo -e mostra di sentirsi- innanzitutto un artista e, in quest’ottica, la nascita a Tirana e i regolari ritorni a casa appaiono elementi accessori. Onore al merito, tutt’al più, per aver saputo inoculare in patria i germi di una nuova creatività, emancipandosi da una situazione che -nello sgretolarsi dell’ancien régime e nel cozzo contro il capitalismo- si teneva abbarbicata alla solenne iconografia del socialismo reale. In ogni caso, chi pensava che a Palazzo Partanna, dopo i clamori dello “scomodo” Kubark, l’atmosfera si fosse tranquillizzata ha dovuto fare i conti con gli stimoli altrettanto forti di un dittico di pellicole che, separatamente, sollecitano i sensi fino al parossismo. Non tutti, però, e non tutti insieme. (altro…)

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