Dalla Germania con colore: Albert Oehlen a Capodimonte

15 febbraio 2009

La prima volta in un museo italiano

 

Avanti tutta. A coronamento di una settimana zeppa di opening, la Soprintendenza speciale per il Polo Museale napoletano fa il bis a meno di ventiquattr’ore di distanza. Così, se venerdì sera s’era tagliato il nastro della retrospettiva di Renato Mambor a Castel Sant’Elmo, ieri mattina a Capodimonte apriva la personale di Albert Oehlen, progettata e realizzata dalla Galleria Alfonso Artiaco. Dieci imponenti dipinti nella Sala Causa, spazio realmente “espositivo” che aveva già mostrato i suoi pregi con Louise Bourgeois, grazie al notevole impatto delle sculture sospese nel vasto ipogeo ristrutturato da Liliana Marra. (altro…)

Il Golfo di Napoli disegnato in parole

14 febbraio 2009

L’arte concettuale di Lawrence Weiner alla Galleria Artiaco

The bay of Naples. Strano che un titolo così “romantico” indichi la mostra di uno dei più radicali maestri del Concettuale. E strano pure che l’autore consideri i suoi statements scritti sul muro non pitture ma sculture, come se la parola in sé fosse un oggetto concreto, tangibile, e non un codice di convenzioni astratte. Paradossale il gioco: servirsi del vocabolario come mezzo espressivo, ma scardinandolo nella sua ossatura, attribuendogli addirittura una terza dimensione. (altro…)

Discariche e siti industriali, realtà nuda e cruda di periferia

8 febbraio 2009

La mostra di Simon Boudvin da Blindarte

Ridefinire lo spazio. E ridefinire e definizioni. Tende al superamento degli stereotipi Simon Boudvin, che per la sua seconda personale da Blindarte – proprio all’uscita di quel tunnel di Fuorigrotta del quale adora «l’effetto surrealistico» – propone un’evoluzione della propria ricerca e una prémiere, debuttando un medium finora mai sperimentato: il video. Se nella mostra precedente il giovanissimo francese (nato nel 1979 a Le Mans) aveva lavorato manipolando immagini di architetture già di per sé particolari, stavolta il suo obiettivo restituisce il dato reale nudo e crudo, immortalando in quattro fotografie tre discariche e un sito industriale abbandonato. (altro…)

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