ÉLITALY, BELLEZZA

31 gennaio 2009
Spuntature, è proprio il caso di dirlo, nei cento passi che dividono il Lingotto, sede di Artissima, e l’ex fabbrica Carpano, sede di Eataly. Per scovarvi affinità e divergenze, fra stand artistici e gastronomici. Dove la fame impazza, reale o metaforica…

I cento passi, o suppergiù. Senz’altro nessuno, nei giorni di Artissima, s’è preso la briga di misurare la distanza tra la Fiera e l’ex Carpano, dove non pochi si saranno concessi un break. Perché, dal gennaio 2007, in questa storica fabbrica di vermouth abita Eataly: Bengodi per Luculli postmoderni, affollato tempio del Buon Mangiare in un Bel Paese costretto a tirare la cinghia già prima della famigerata terza settimana. Paese dove il cibo è più che mai status symbol: i borghesi piccoli piccoli e i nuovi poveri si saziano col prosciutto cinese “resuscitato”, i radical chic del consumo intelligente e responsabile si scelgono una a una le lenticchie di Castelluccio e gentilmente le irrorano d’“olio bòno”, fieri d’aver riscoperto i sani, genuini sapori d’una volta, rigorosamente controllati e locali. Paradossale e utopistico, in un mondo sommerso di merda da cielo, terra e mare. Anacronistico, in un’economia globale e geneticamente mortificata, e in un’Italia che, anche quando si tratta di salvare il palato nazionale, non esita a batterci la lingua straniera. Eppur coerente in tempi di Grande Crisi, al riaffacciarsi non tanto dell’indigenza reale, quanto del suo, più inquietante e ancestrale, spettro. In fondo, per esorcizzare la fame, cosa c’è di meglio che stuzzicare l’appetito? Il cibo diventa così ubiquo, in primis chez Sua Maestà la TV, dai canali monotematici alla rubrica culinaria cui ormai nessun tg rinuncia. Cibo mediatico, simbolico, incorporeo: non più masticato, insalivato, digerito, defecato, ma ammirato, annusato, degustato, esperito insomma con tutti i sensi, proprio come l’arte contemporanea; caricato di orpelli estetici e di benefici medici, ma depurato del banale, plebeo principio di necessità e travestito da educazione alimentare per rimarcare le differenze di classe: da un lato, i benestanti istruiti e magri, che si nutrono correttamente senza lesinare sulla qualità; dall’altro, i poveri ignoranti e obesi, che mangiano male trangugiando porcherie discountate. (altro…)

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Arte censurata, ricorsi storici

30 gennaio 2009

Lettera aperta dei titolari della NOTgallery dopo il sequestro dell’opera di Federico Solmi

Che arte e scandalo siano spesso andati a braccetto non è una novità. Che certi scandali siano montati ad arte, pure. Se poi ci sono di mezzo Dio & co., apriti cielo. Dai “braghettoni” imposti ai vigorosi nudi michelangioleschi alle Madonne rifiutate del Caravaggio, dal Papa centrato da un meteorite di Cattelan alla rana crocifissa di Kippenberger, il monito a scherzare coi fanti e a lasciar stare i santi attraversa i secoli. E fa notizia, specie se non si sa dire altro. La scorsa settimana, ad esempio, l’apertura di Arte Fiera veniva salutata dalle testate locali strillando la presenza di un lavoro “blasfemo” di Federico Solmi. (altro…)

Dieci anni d’arte alla Saletta Rossa

28 gennaio 2009

Maria De Vivo ripercorre la storia dello spazio da Guida Port’Alba

Rosso. Come la passione. Quella che accese la stagione d’oro della “mitica” Saletta della Libreria Guida Port’Alba, dalle pareti, appunto, color di fiamma. Una vicenda che Maria De Vivo ripercorre nel volume, prefato dalla compianta Pia Vivarelli, che verrà presentato oggi alle 18 da Antonio Dentale, Stelio Maria Martini, Toni Stefanucci e Angelo Trimarco, coordinati da Pasquale Esposito. Naturalmente in loco, o meglio nell’erede di quella stanza adibita a dibattiti e mostre che in breve tempo divenne cuore di una nuova vitalità culturale. (altro…)

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