Quando l’arte profuma di mito

16 giugno 2009

Vincenzo Aulitto a Castel Nuovo presenta una serie di lavori ispirati a Capo Miseno

 

Capo, di nome e di fatto. È infatti il promontorio di Miseno il protagonista assoluto della personale di Enzo Aulitto in corso a Castel Nuovo: nella Sala Carlo V, lavori accomunati dal riferimento geografico e letterario all’estrema punta dell’area flegrea, battezzata col nome dal trombettiere di Enea caduto in mare, qui simboleggiato dallo strumento che s’inabissa tra le onde, nel video realizzato dal giovane Costantino Sgamato. In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo, con testi critici di Anita Pepe, Vitaliano Corbi e Aniello Montano, poesie di Mariella Tafuto e Mimmo Grasso, un’accurata conversazione tra l’artista e Diana Gianquitto e un “omaggio epistolare” di Erri De Luca che, in una lettera ad Aulitto, ripercorre episodi della sua infanzia e della sua adolescenza legati a Miseno. (altro…)

Corpi ed energia in polvere sulla carta

10 giugno 2009

“Disfacimento” di Davide Stasino alla Galleria di Franco Riccardo

Nel grande, e si direbbe inevitabile, flusso dei “post” dell’arte contemporanea, Davide Stasino entra lateralmente, e soprattutto restando fedele all’aggettivo che segue il “dopo”: human. I suoi dipinti – in mostra fino al 21 giugno da Franco Riccardo in via Chiatamone 7 – sono infatti racconti di corpi, attraversati da flussi energetici che tracciano piccoli universi somatici. Così, se Mario Franco ascrive l’artista napoletano (classe 1979) ad una corrente che, complice la tecnologia, ha definitivamente sancito la crisi dell’antropocentrismo, è impossibile non ravvisarne però i saldi legami con la tradizione, evidenti in primo luogo nella grande attenzione al disegno, storico cardine di tutte le discipline, e ad alcune soluzioni iconografiche nelle pose. (altro…)

Perino & Vele: la strada per l’arte

5 giugno 2009

Una riflessione sulla pubblicità on the road alla galleria Artiaco

 

“It’s the right direction”, assicurano Perino & Vele all’ingresso della galleria. Anche se le grandi frecce di ferro non indicano tutte la stessa direzione. La strada giusta nell’arte, però, l’hanno sicuramente imboccata loro, che dopo cinque anni di assenza tornano a esporre da Alfonso Artiaco. Il quale, in barba ad ogni superstizione, “ospita” tra le opere addirittura il proprio necrologio, incollato ad una cabina elettrica dove la coppia Rotondi-based, bontà sua, appiccica anche i propri, “Uno dopo l’altro”, titolo impertinente per un lavoro che mette alla berlina le macabre profezie scovabili in Rete circa il giorno della propria dipartita. (altro…)

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