Adriano Eccel

5 marzo 2010

Torino, Weber & Weber

Carol Duval… chi era costui? Dietro il nom de plume scelto dall’artista, il cronista e lo storico si sovrappongono. Per inquadrare il cammino dell’umanità e, parallelamente, quello della fotografia…

Carol Duval c’est lui, Adriano Eccel (Bolzano, 1956; vive a Trento): archivista la creatura immaginaria, raccoglitore di frammenti il creatore reale. “Sceneggiatore” quest’ultimo di una storia dell’umanità in 22 tavole, dipanata in accordo con i progressi registrati nel campo della fotografia (da qui l’eteronimo inconfondibilmente francese, omaggio alla madrepatria del mezzo). Un percorso criptico e sofisticato, con un segno pittorico forte, evidenziato dal senso compositivo – che, facendo di necessità virtù, equilibra spesso le opere in sequenze tripartite, rispondenti più a un criterio espressivo/narrativo che puramente formale – e cromatico di immagini ottenute non senza una certa laboriosità. Primo stadio la selezione di materiali d’epoca, una vera e propria “caccia al tesoro” necessaria per costruire il soggetto. Nel secondo stadio si precisa la tecnica: la manipolazione di una Polaroid -ormai essa stessa nostalgico reperto -, lasciata “decantare” fino ad assumere quel tono rugginoso che dà agli scatti un’aura d’antan (e vagamente macabra, visto il frequente indugiare su riferimenti alla morte), trasportando così nel passato anche eventi più recenti, come l’attacco dell’11 settembre. Si parte ab ovo, con i progenitori Adamo ed Eva acefali come statue antiche, nudi fino all’osso. (altro…)

David Bowes

22 febbraio 2010

Torino, In arco

Una pittura tradizionale, tramata di suggestioni stilistiche e “omaggi”. Tra Arcadia e commedia dell’arte, ecloga e metafisica. Non sarà il migliore dei mondi possibile, ma in fondo su questa Terra si può vivere tutti insieme…

Molteplici sono i riferimenti di David Bowes (Boston, 1957; vive a Torino e Newton, Massachusetts), dall’esuberanza dei muralisti messicani al naïf più genuino. Un disegno semplice, e una tavolozza vivace. Campiture piene, e torniture prevalentemente affidate più a volumi smussati che a modulazioni tonali. Prevale in questa personale un’atmosfera cortese, gentile, che pare retrocedere ai cicli “profani” tardogotici e rinascimentali, con quadri brulicanti di lieti e operosi personaggi, vivaci come miniature, con un quid aggiuntivo di Estremo Oriente. Del resto, un’aria da Medioevo edenico si respira pure lasciando vagare l’occhio di castello in castello, o immergendolo tra le chiare, fresche, dolci acque aureolate d’alberi, cornice di tanta sensuale epica cavalleresca (e l’opera in questione risalta per difformità stilistica rispetto alle altre). Altra dominante è una grazie arcadica e leziosa, che saccheggia la vetrinetta dei ninnoli alla ricerca di damine e cavalieri in porcellana, vasi e scarpine à la vogue settecentesca, maschere e chinoiserie, in una specie di spensierato Viaggio in Italia da uno stereotipo all’altro, e non certo da turista per caso. (altro…)

Caro Caravaggio

21 febbraio 2010
Che la festa abbia inizio. Ovunque. Con l’esposizione alle Scuderie del Quirinale, partono ufficialmente le celebrazioni per il quarto centenario della morte di Caravaggio. Il pittore che è stato negli ultimi anni la star incontrastata delle mostre-blockbuster…

Maledetto Roberto Longhi. Eh già: perché se non fosse stato per lui e la sua “riscoperta”, a quest’ora Caravaggio se ne starebbe in santa pace nei musei, fianco a fianco con – mettiamo -Bartolomeo Manfredi, Battistello Caracciolo o Orazio Gentileschi, invece di girare come una trottola per il pianeta. Invece, soprattutto negli ultimi anni, l’“egregius in Urbe pictor” è diventato un vero e proprio oggetto di culto; anzi, di una devozione popolare che ha travalicato i confini dell’arte per invadere i campi più disparati. (altro…)

murriel_bernie vanetta_tatiana@mailxu.com