Che cos’hanno in comune Silvio Berlusconi e il principe William, Antonio Bassolino e Umberto Bossi, Michael Jackson e Patrizia D’Addario, Roberto Saviano e Flavio Briatore? Ve lo diciamo noi. Tutti questi sventurati condividono il “privilegio” di essere stati immortalati in statuine del sedicente “presepe napoletano”. Succede ogni tanto che a San Gregorio Armeno, budello del centro antico dov’è Natale tutto l’anno, qualche artigiano cui prudono i cinque minuti di celebrità si faccia immortalare intento a scolpire il vip o quasi vip di turno. Che la statuina finisca su un vero presepe, accanto al bue e all’asinello, è alquanto improbabile, così come è dubbio che qualcuno possa acquistarla (non sono certo a buon mercato…). Ovviamente, ognuno è libero di vendere e comprare roba dalle fattezze grottesche e di fattura mediocre, però per cortesia smettiamola di accostarla al “presepe” e per giunta “napoletano”. (altro…)
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Lacreme napulitane
3 maggio 2011
Venerdì pomeriggio, a Napoli, tornavo alla stazione scendendo per una strada di cui solo ora mi rendo conto di non conoscere il nome. Più che una strada, è quello slargo che va da piazza Carità alla Fontana di Monteoliveto. Mi piace quella svolta dolce, che piega verso il basso dopo la caserma dei carabinieri, anche se ogni volta rischio un distacco della retina a causa delle poderose pallonate che vi rimbombano. (altro…)
So long, sir Denis. Ricordando Mahon
1 maggio 2011
Cento. Come la città natale del Guercino. E come gli anni di Sir Denis Mahon, il più importante studioso del pittore emiliano, spentosi il giorno di Pasqua nella sua casa londinese. Storico, collezionista e mecenate che fece risplendere il Barocco italiano.
Quando un grande se ne va, la retorica dei necrologi assume spesso toni iperbolici. Nel caso di Denis Mahon, l’enfasi è quasi d’uopo, adeguata allo spirito di quel Barocco cui consacrò i suoi studi (e il suo patrimonio) e che contribuì a rivalutare dopo secoli di oblio e pregiudizi. (leggi il resto dell’articolo su Artribune)