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Terroni si nasce

2 novembre 2012

Ma a Londra, Parigi e New York succede lo stesso?

Da quando vivo in un’altra parte del mio Paese, la domanda che mi viene posta più di frequente riguarda le mie origini. In sé, non la trovo una cosa né buona né cattiva: è una curiosità. Ed io la soddisfo nei modi implicitamente suggeriti dalla richiesta. Che va da un retorico Lei non è di qui, vero? a un più sottile E lei, con questo bell’accento, di dov’è?. (altro…)

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Le intoccabili

4 ottobre 2012

Angela Barretta_IBM_2012_live performance inedita_Sound Gianni Rizzo_ Courtesy l’artista e Di.st.urb._ Ph. Teresa Capasso

 

Leggi il titolo e, automaticamente, nella mente affiora l’immagine di un dipinto antico. Dove Gesù si ritrae, mentre la Maddalena tenta di sfiorarlo. Noli me tange.re parte invece da un rovesciamento di ruoli, in cui è la donna a proteggere il proprio corpo, a negarlo, a rivendicarne il possesso e la gestione (anche estrema). Il progetto della mostra è di Raffaella Barbato, curatrice di  Di.st.urb. (Distretto di studi e relazioni urbane/in tempo di crisi), costola del circolo Arci “Ferro 3” di Scafati, laboratorio dedicato ai linguaggi contemporanei e nato, con l’obiettivo di creare una rete pluridisciplinare, da un’idea di Ciro Vitale. Tra i promotori della prima ora (oltre alla Barbato e a Vitale) Franco Cipriano, Pier Paolo Patti e Stefano Taccone, cui si sono aggiunti di recente Mario Paolucci, Carla Rossetti, Ilaria Tamburro e Silvia Vicinanza. Della nuova esposizione parliamo con la curatrice, partendo proprio dall’associazione tra il tema della mostra e l’iconografia tradizionale.
Più di una persona ha fatto riferimento a questa associazione. Benché Noli me tange.re echeggi capolavori dell’arte moderna italiana da Tiziano a Correggio, ho scelto questo titolo non per l’assonanza visiva, ma per la complessa simbologia associata alla locuzione latina – riportata in un passo del Vangelo di Giovanni – e per una serie di suggestioni e riflessioni personali. Letta come esortazione o esclamazione/affermazione è da considerarsi come la manifestazione di un “gesto” (verbale) di rifiuto/ribellione. Un’espressione in cui sento racchiusa una profonda dialettica: l’affermazione e al contempo la negazione di uno status di “crisi” individuale e sociale. Nella psicoanalisi, inoltre, “noli me tangere” identifica chiaramente il tabù del contatto, “quella diffusa condizione, di ripulsa al contatto fisico e interpersonale che spesso si traduce in un divieto morale”. (altro…)

ivanoffjanelle hevessy.krystin@mailxu.com