Siamo a cavallo. Così, nel 1600, Pieter Paul Rubens arriva in Italia, per ripartire otto anni dopo. Non tornerà mai più nella sua terra d’elezione, dove, oltre a impadronirsi della grande tradizione artistica, svolge delicate missioni diplomatiche. Per il duca di Mantova Vincenzo II Gonzaga, ad esempio, tratta l’acquisto della “Morte della Vergine” di Caravaggio, poi finita al Louvre dopo i saccheggi delle truppe napoleoniche. Ma non è tutto. Legato agli affetti familiari, agli amici, alle mogli (ne ebbe due), di spirito gioviale, il pittore fiammingo non è solo un cortigiano poliglotta, ma soprattutto un uomo colto, che ama il nostro paese al punto da rendergli omaggio nell’architettura della sua stessa dimora di Anversa, oggi visitatissimo museo. (altro…)
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Violentò Artemisia, oggi è l’oblio
24 febbraio 2017
Bastardo senza gloria, ma con una certa fama. Nel bene e, soprattutto, nel male. È Agostino Buonamici Tassi, che Pietrangelo Buttafuoco ha consegnato ai tipi di Skira in “La notte tu mi fai impazzire”. Breve romanzo “misto di storia e d’invenzione” su un artista noto, più che per la riconosciuta perizia nel paesaggio e nella prospettiva, come imputato nel celebre processo per stupro ai danni di Artemisia Gentileschi, pittrice e figlia di pittore, tenutosi a Roma nel 1612. Vista l’enorme fortuna espositiva e bibliografica toccata alla vittima, assunta a icona femminista, la parabola esistenziale del colpevole rappresentava una sfida rischiosa per il giornalista siciliano, che affronta il cimento a viso aperto, con pagine “umorali”, piene di sangue, saliva, sudori, fetori e specialmente di quella “ricotta del vizio” in cui lo Smargiasso amava sguazzare. Lui, come tanti altri a quei tempi. (altro…)
L’Olimpo attende Kounellis
18 febbraio 2017
Addio, Gianni. Alla soglia degli ottantun anni, scompare Jannis Kounellis. Nessun necrologio, nessun “coccodrillo”, può riuscire a sintetizzarne la lunghissima carriera, né a sottrarsi alle frasi fatte. È morto un grande artista. Greco o italiano, importa solo all’anagrafe: nato nel 1936 al Pireo, si era trasferito a Roma alla fine degli anni Cinquanta. “Che la terra ti sia lieve” è il saluto che molti, specie sui social, indirizzano a un maestro che della materia aveva straordinaria contezza. Lui, dapprima pittore, aveva saputo riconoscerne il peso e la qualità, e osato accostare l’inavvicinabile: lana, ferro, carbone, caffè, fuoco, sacco, legno, pietra; e poi la natura viva: cavalli, pappagalli, piante, fiori. (altro…)