Darren Almond

19 dicembre 2005

Napoli, Galleria Alfonso Artiaco

L’Artico da Artiaco. Estremo, crepuscolare, poetico, Almond scivola e arranca tra i ghiacci, verso un’inattingibile meta. Unico traguardo certo, lo smarrimento del pubblico. Che avanza tentoni…

Cesura. Netta. Forte. Stacco di testa e di pancia. Succede vivendo la mostra di Darren Almond (Wigan, 1971), che il Turner Prize, quest’anno, l’ha mancato d’un soffio, ma in compenso maneggia il tocco delle tempeste. Che scoppiano a sorpresa. E la sua personale da Artiaco è esempio, magistrale esempio, di questo tradimento, di questo sturm un drang che si consuma a danno e beneficio dello spettatore in due momenti: il primo di bassotuba e retina, il secondo tutto di timpani e addominali. Scenario unico, il Polo Nord. Dici Artico e ti viene subito in mente il ghiaccio. Dici ghiaccio e ti viene subito in mente un biancore abbagliante, di calce brinata. Invece, nelle cinque foto della serie Artic plates, il gioco delle libere associazioni coatte salta completamente in aria, in un’atmosfera rarefatta e fuligginosa da allunaggio, disfacendosi in una coltre in scala di grigi nella quale brancolerebbe pure Alan Charlton, ma dove restano intrappolati pure i vapori “ereditati” da Turner (il pittore, non il premio). (altro…)

Anri Sala

24 gennaio 2005

Napoli, Galleria Alfonso Artiaco

Sensi calamitati. Fino all’esasperazione. Dal rombo del motore in crescendo, alla luce abbacinante.
Un dittico di pellicole che sollecita vista e udito, ma separatamente…

Ancora gioventù nella galleria di Alfonso Artiaco. Dopo l’apertura-evento affidata a Perino & Vele, esattamente a un anno di distanza dalla proposta del duo Bianco Valente, si torna alla videoarte con una stella internazionale del settore: Anri Sala (Tirana, 1974), talento albanese di stanza a Parigi, trenta primavere alle spalle. Ambasciatore culturale di una non-nazione? Forse. Ma Anri Sala è a pieno titolo -e mostra di sentirsi- innanzitutto un artista e, in quest’ottica, la nascita a Tirana e i regolari ritorni a casa appaiono elementi accessori. Onore al merito, tutt’al più, per aver saputo inoculare in patria i germi di una nuova creatività, emancipandosi da una situazione che -nello sgretolarsi dell’ancien régime e nel cozzo contro il capitalismo- si teneva abbarbicata alla solenne iconografia del socialismo reale. In ogni caso, chi pensava che a Palazzo Partanna, dopo i clamori dello “scomodo” Kubark, l’atmosfera si fosse tranquillizzata ha dovuto fare i conti con gli stimoli altrettanto forti di un dittico di pellicole che, separatamente, sollecitano i sensi fino al parossismo. Non tutti, però, e non tutti insieme. (altro…)

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