Un’ombra omicida sulla fine di Caravaggio

31 gennaio 2013

copertinapacelliforgioneTutti per uno, uno per tutti. Difficile rimanere indifferenti, se questo “uno” è Michelangelo Merisi. E così hanno risposto in tanti alla chiamata di Paparo edizioni per il volume “Caravaggio tra arte e scienza”. Coordinatori del progetto Vincenzo Pacelli, tra i massimi esperti del pittore lombardo e già docente alla “Federico II”, e il giovane secentista Gianluca Forgione, ricercatore presso l’ateneo federiciano. La presentazione del volume oggi alle 18 al Pio Monte della Misericordia, dove Pacelli praticamente è di casa, avendone setacciato l’archivio per la disamina della pala sull’altare maggiore. E le vecchie carte hanno arriso più d’una volta al professore, come quando nel 1980, insieme al compianto Giorgio Fulco, rintracciò prove inoppugnabili per assegnare al Merisi la “Sant’Orsola confitta dal tiranno” (oggi punta di diamante della collezione Banca Intesa in via Toledo). Al tavolo dei relatori, moderato da Biagio De Giovanni e Angelo Angelastro, siederanno Francesca Cappelletti, Stefano Causa e Carlo Antonio Leone. (altro…)

Photoshop

8 maggio 2012

Ohad Matalon_ Niad, The small crater_ 2000_ Inkjet print_ 110 x 165 cm_ Edition 16 + 2AP

Maledetto Caravaggio. Ecco, ho tirato un bestemmione da far venir giù San Luigi dei Francesi e il Parnaso. Ora un fulmine mi incenerirà. Zot.
No, eccomi.
Sono ancora qua.
Probabilmente il Merisi mi ha risparmiata perché ha capito dove voglio andare a parare. L’ultima MIA infatti è stata l’ennesima conferma del fatto che, se non ci fosse stato Lui, oggi chi fa fotografia sarebbe costretto ad aguzzare l’ingegno e ad inventarsi qualcosa. E vantano crediti, ma in percentuali inferiori, pure Vermeer, Ingres, Courbet, Zurbaran, un po’ di barocchi misti e naturalmente i fiamminghi con le loro nature morte: decine di scatti che adescano l’occhio attraverso citazioni letterali e costrutti cromatico-compositivi propri della pittura. E se non sono le luci, sono le pose. Non c’è scampo. (altro…)

Capodimonte, un museo che è terra di nessuno

3 gennaio 2012

Venerdì 30 dicembre 2011: Napoli si prepara per il cenone di fine anno. Sarà per questo che appare insolitamente deserta. Poco traffico, cielo uggioso. Una città incenerita. In sintonia, insomma, con l’atmosfera dimessa che aleggia sul Museo di Capodimonte. Meta fissata la mostra sul giovane Ribera, esposizione non priva di criticità (specie in materia di attribuzioni), ma in ogni caso attraente. Non è deserta infatti la Sala Causa, alla quale si accede con un biglietto separato rispetto al museo.  Ormai è prassi ovunque, però è difficile non rimpiangere i bei tempi (andati) delle vacche grasse, quando con un paio di euro in più si godevano insieme l’ultimo Caravaggio e la quadreria Farnese, Velazquez e il salottino cinese. Ma va bene così: c’è la crisi, e proprio sulla Cultura è caduta la scure dei tagli. (altro…)

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