Christian Leperino e il senso del sacro. Il corpo offerto in sacrificio per l’arte

10 aprile 2009

Al museo del Suor Orsola Benincasa

 

“Questo è il mio corpo”. Offerto in sacrificio per l’arte. Potrebbe completarsi così, con una parafrasi cristologica, il titolo della mostra che Christian Leperino ha sviluppato nell’ambito del progetto “Anatomy. Human Urban Spaces” e offerto alle iniziative del “Sabato delle idee”. E molto c’è di sacro e religioso, in questa ostensione d’artista, a partire dalla location di un percorso che si mescola (e talvolta si mimetizza, come il delicato “Hyppeastrum chiasma”, le cui preziosità ricordano i commessi marmorei degli altari) alle opere custodite nel Museo dell’Università Suor Orsola Benincasa. (altro…)

Christian Leperino – Sur-faces

28 aprile 2004

Napoli, Galleria Franco Riccardo Artivisive

Uno sguardo a Francis Bacon e uno all’Espressionisto tedesco. Il tutto contaminato da un pizzico di graffitismo. Sangue dappertutto nella personale del pittore napoletano, reduce da un soggiorno studio a Berlino. Per indagare ben oltre la ‘sur-face’…

Sangue. Dappertutto. Cola, schizza, esplode. Eppure la mostra di Christian Leperino (1979) non è una semplice emorragia pittorica, perché il ragazzo ha talento e idee e, a dispetto del titolo, indaga ben oltre la “sur-face”. Con la testa, scava nel corpo. Anzi, nei corpi. Innanzitutto nel proprio, concedendosi un lacerato autoritratto alla Francis Bacon, prima di incamminarsi su più tortuosi sentieri, cercando di coagulare gli apporti più vari avidamente assorbiti in un percorso d’indagine ad alto impatto. Tutto comincia, anzi continua, a Berlino, dove Leperino arriva l’anno scorso: in tasca, una borsa di studio al Kunst Werke, vinta a Bologna quale migliore under 30 ad ArteFiera. Germania uguale espressionismo. Ma pure Shoah, underground e, soprattutto, cosmopolitismo. Quanto basta per instillare nel ricettivo giovanotto napoletano una nuova Welthanschauung, da contaminare alla bisogna con il graffitismo metropolitano, l’arte tribale e –senza dimenticare il patrio suolo– il Caravaggio pasoliniano “di strada” e il filone più truculento e tenebroso del Seicento. (altro…)

wildman_selina@mailxu.com