Irriverente. Sia quando scherza coi santi – quelli canonici e canonizzati, partecipando ad operazioni come Pimp my Mary -, sia quando a finire nel mirino sono i venerati simboli locali (Krum’hero), icone assolute come il barattolo della Campbell’s soup immortalato da Andy Warhol o personaggi storici come Napoleone.
La lente d’ingrandimento che Max Ferrigno usa per deformare la realtà passa sotto l’etichetta di Pop Surrealism. Un approdo liberatorio e curioso, per un artista partito dalla denuncia sociale dipinta su sacchi di caffè, più campesino rivoluzionario che nipotino di Burri. Che poi ‘Burri’ suoni stranamente simile alla parola spagnola ‘burro’, ‘asino’, è pura coincidenza. Questo infatti l’animale-feticcio, semplice e “povero”, di quelle prime prove politiche dedicate ai Sud del mondo. Lavori che, a un certo punto, devono essere apparsi all’autore come un bel vestito, ma non proprio tagliato su misura. (altro…)