Appare all’improvviso, quel busto tagliato nella pietra bianca. Una fiamma gelida, nell’atmosfera discreta di un piccolo progetto che, calando un poker di Pietà belliniane, fa quel che troppe mostre vetrina spesso trascurano: mettere a confronto versioni differenti e sempre più libere di un medesimo canone iconografico, seguendo al contempo l’evoluzione di un artista, le cui opere inevitabilmente non possono tutte fregiarsi del titolo di “capolavoro”. È un Giovanni Bellini non privo di asprezze e ingenuità, infatti, quello che sul palcoscenico veneziano – illuminato ancora dall’oro orientale – cerca la propria cifra, guardandosi attorno e, soprattutto, dentro casa. (altro…)