Il bello, il vero e… lo smart. Sono quasi 250 le opere che, fino al prossimo 31 gennaio, negli ambienti del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore racconteranno – “in presenza” e in digitale – la storia della scultura partenopea tra la seconda metà del XIX e gli inizi del XX secolo. Ambizioso il progetto che, nelle intenzioni della curatrice Isabella Valente, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università federiciana, “risponde all’esigenza critica di riportare alla luce quel paesaggio artistico che andò formandosi tra secondo Ottocento e primo Novecento, le cui tracce sono rimaste sepolte troppo a lungo, a margine della storiografia e tralasciate dalle occasioni espositive” (risalgono infatti al 1997 “Civiltà dell’Ottocento”, tra Capodimonte e la Reggia di Caserta, e al 2009 la retrospettiva di Vincenzo Gemito a Villa Pignatelli). (altro…)
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