Arida sì, ma fertile, la schiena dello “sterminator Vesevo”, almeno in quanto ad ispirazione. Partì nel 2005 l’esperienza-esperimento che ha portato un gruppo di scultori a disseminare le proprie opere sul tortuoso cammino che ascende al Gran Cono del “formidabil monte” cantato da Leopardi nella “Ginestra”. Fiori nel deserto anche queste installazioni che, nonostante la segnaletica, rischiano quasi di passare inosservate nel marasma di abusi edilizi e oltraggi ambientali che deturpano l’unico vulcano attivo dell’Europa continentale, da secoli fonte di timori ma anche di grande ricchezza non solo per le popolazioni che vivono alle sue pendici, ma anche per il mondo della cultura che, dai poeti ai pittori, non ha saputo resistere al suo fascino “sublime”. (altro…)
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