Selfie di qua, selfie di là. Tutti sovraesposti: piedi in riva al mare, nasi deformati dal grandangolo, cannucce del mojito fra le labbra. Ma che succede quando a fotografarti è qualcun altro? Quando l’altro, che è un fotografo, riesce ad inchiodarti con una semplice domanda: vuoi posare per me?
A dirla tutta, la proposta è una specie di selfie anche per lui, l’altro, visto che il “set” è la sua guest house – home gallery. Luogo della quotidianità, spazio della professione.
È davvero un bel rompicapo il progetto di Massimo Pastore. Che evoca, instintivamente, un aggettivo: intimo. Per gli scenari, per il formato di stampa, per il bianco e nero, per il gioco psicologico di rimandi. (altro…)