Per arrivare alla Fondazione Pistoletto ci sono varie strade. A4, A26, qualche Statale. Qualche volta, però, travisare i consigli del navigatore e perdersi può riservare belle sorprese: ad esempio, ci si può ritrovare nel mezzo di una specie di savana, la “Baraggia”, ma col vantaggio di non imbattersi in un leone un po’ nervosetto. Del resto, la natura da queste parti non è stata avara: tanto per dirne un’altra, le vallate intorno sono testimoni dell’orogenesi alpina e, anche se non siete dei geologi provetti, l’aria buona di oasi e riserve male non fa. (altro…)
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Il momento del bisogno
17 aprile 2011
L’arte non ti abbandona mai. Neppure nel momento del bisogno, anzi soprattutto in quello. Macché ristoranti, gift shop e area relax… al primo posto tra gli indicatori di qualità di un museo, di una kunsthalle o di un qualunque spazio espositivo dovrebbero esserci i servizi igienici. E invece, a volte, capita di doversi accovacciare in indegni bugigattoli chimici o peggio, anche nei musei più belli, rimanere in apnea in gabinetti ridotti come i cessi di un autogrill a ferragosto. (altro…)
Biella in frac
29 luglio 2009
Ieri, oggi e domani. Nuovi spazi per la Fondazione Pistoletto che, oltre a ospitare la collezione del Frac con convegno incluso – ne abbiamo parlato con Andrea Bellini -, per tutta l’estate scende in passerella. Con una rassegna cinematografica dedicata alla moda eco-sostenibile. Per una cittadinanza attiva. E soprattutto creativa…
Lungo e diritto corre lo stradone. Case basse e fabbriche (alcune da manuale d’architettura), in un verde che non ha niente della classica suburra industriale. Ci s’inerpica un po’su per le colline e si è a Cittadellarte. Si capisce allora perché Michelangelo Pistoletto investa sul Bio Ethical Sustainable Trend quale punto di forza della sua fondazione, recentemente allargatasi con due nuovi spazi. Corpi di fabbrica restaurati con materiali eco-compatibili, destinati ad accogliere il “Museo del Futuro”, ovvero l’“uffizio” architettura di una struttura pluricellulare per dislocazione e finalità. E se cristallizzare l’avvenire è una visionaria contraddizione, ancor più utopistica sembra, nel paese del Piano Casa, l’idea di creare una “terza pelle” espressione che designa i luoghi dell’abitare rispettando la natura. Eppure in questa ex centrale idroelettrica ottocentesca e nell’adiacente manifattura tessile di inizio Novecento è accaduto: finiture di calce naturale e argilla, pannelli di sughero espanso, elementi portanti in legno d’abete, vernici di origine vegetale… (altro…)