La guerra di Piero

23 luglio 2018

Uomo, albero, colonna.
Partiamo da qui.
D’altro canto, lo stesso Piero nell’incipit decise di fissare una Triade: “La pictura contiene in sé tre parti principali, quali diciamo essere disegno, commensuratio et colorare”.
Uno, due, tre: disegno, “commensuratio” et colorare. Cadenza precisa di un gesto rituale, quasi l’artista debba “segnarsi” prima di attendere all’opera (la Vera Croce…).
Uno, due, tre: i capitoli del trattato.
Uno che si fa tre, e tre che si fa Uno.
Dal punto di vista letterario, l’inizio – diretto, conciso, rigoroso – compensa la scarsa originalità con l’efficacia e, forzando un po’ la mano, riporta alla memoria il mitico “Gallia est omnis divisa in partes tres” di Cesare. In fondo, anche il De prospectiva pingendi è un libro mitico; e, alla stregua di molti titoli altrettanto famosi e fondanti, ne paga lo scotto: tutti li citano, pochi li hanno letti, arrestandosi fatalmente davanti alla loro complessità. (altro…)

Benedetta Biennale

23 giugno 2011

Lontano dal Paradiso. Un’altra proposta di lettura della 54. Esposizione Internazionale d’Arte, che stavolta scomoda le alte sfere. Per chiedersi dove sia finito il senso del sacro, e come si riescano a toccare le vette dello spirito. E poteva mancare il Padiglione Italia?

 

 

Terrore. Dolore. Una morsa alla gola, allo stomaco. Il rimbombo assordante delle voci di dentro. E quella voglia disperata di fuggire. O di restare in silenzio a riflettere. “Cattedrale laica” è stato definito il Padiglione Tedesco, Leone d’Oro per le partecipazioni nazionali che, al di là delle diatribe (sulla scelta dell’artista prima e sull’allestimento poi; in mezzo, la tragica scomparsa di Christoph Schlingensief), sbatte lo spettatore di fronte a uno dei temi più intricati e intriganti di un evento policentrico come la Biennale: il rapporto con il trascendente, la rielaborazione del sacro. Lo spirituale nell’arte. (leggi il resto dell’articolo su Artribune)

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