Pensate a un libro antico. E immaginate di aprirlo, a caso. Qual è il primo colore che vi viene in mente? Giallo. Beige. Tinte organiche, in un campo di bianco caldo: questa la descrizione che Nunzio Paci sceglie per decifrare la signatura rerum, dottrina rinascimentale tesa ad individuare analogie tra molteplici e diversi aspetti del Cosmo. Figure che sgorgano, si incrociano, saldano e, letteralmente, si diramano. Sovrapposizioni e innesti fisiologici come manifestazioni dell’unica “bella d’erbe famiglia e d’animali”, in cui arrivi e partenze si dissolvono reciprocamente, ad accompagnare la naturalezza dell’ibrido, fermandosi un attimo prima dell’invenzione araldica: nell’opus continuum, il tratto ricerca armonia e costruzione, e la lacrima della colatura smussa la forza spigolosa di ossa, rami stecchiti, fasce muscolari. In filigrana, il ricordo dei disegni leonardeschi. (altro…)