Bastardo senza gloria, ma con una certa fama. Nel bene e, soprattutto, nel male. È Agostino Buonamici Tassi, che Pietrangelo Buttafuoco ha consegnato ai tipi di Skira in “La notte tu mi fai impazzire”. Breve romanzo “misto di storia e d’invenzione” su un artista noto, più che per la riconosciuta perizia nel paesaggio e nella prospettiva, come imputato nel celebre processo per stupro ai danni di Artemisia Gentileschi, pittrice e figlia di pittore, tenutosi a Roma nel 1612. Vista l’enorme fortuna espositiva e bibliografica toccata alla vittima, assunta a icona femminista, la parabola esistenziale del colpevole rappresentava una sfida rischiosa per il giornalista siciliano, che affronta il cimento a viso aperto, con pagine “umorali”, piene di sangue, saliva, sudori, fetori e specialmente di quella “ricotta del vizio” in cui lo Smargiasso amava sguazzare. Lui, come tanti altri a quei tempi. (altro…)