Mi hanno sempre infastidita quelli che si sentono in obbligo di vituperare sempre e comunque il Tricolore alla (qualsivoglia) Biennale. Soprattutto prima, e magari in nome di quelle logicuzze di campanile e di lobby che, sulla bocca dei detrattori, ispirano sempre gli altri, e mai se stessi. Però a volte ci si mette pure lui, il Padiglione Italia. E difenderlo diventa difficile. Due parole, dunque, sulla partecipazione nostrana alla 12. Mostra Internazionale di Architettura. Dispersiva? Incasinata? Semplicemente, anatomia di una nazione intontita e impotente che, incapace di guardare al futuro, ha messo troppa carne a cuocere. Un sinuoso kebab contro la carestia di idee, o se volete un bel gateau mariage a fare da espositore per Amnesia del presente, costola della mostra che “rilegge” (cit.) gli ultimi vent’anni dell’architettura dello Stivale, a detta del curatore Luca Molinari inghiottiti in un buco nero. E risorti su una torta nuziale di immaginette monocrome, sormontata nell’alto dei cieli da schermi su cui pontifica il Grande Fratello di turno, mentre sui ripiani Casabella trova posto accanto a Roberto Saviano. (altro…)