Napoli, Galleria Alfonso Artiaco
Sensi calamitati. Fino all’esasperazione. Dal rombo del motore in crescendo, alla luce abbacinante.
Un dittico di pellicole che sollecita vista e udito, ma separatamente…
Ancora gioventù nella galleria di Alfonso Artiaco. Dopo l’apertura-evento affidata a Perino & Vele, esattamente a un anno di distanza dalla proposta del duo Bianco Valente, si torna alla videoarte con una stella internazionale del settore: Anri Sala (Tirana, 1974), talento albanese di stanza a Parigi, trenta primavere alle spalle. Ambasciatore culturale di una non-nazione? Forse. Ma Anri Sala è a pieno titolo -e mostra di sentirsi- innanzitutto un artista e, in quest’ottica, la nascita a Tirana e i regolari ritorni a casa appaiono elementi accessori. Onore al merito, tutt’al più, per aver saputo inoculare in patria i germi di una nuova creatività, emancipandosi da una situazione che -nello sgretolarsi dell’ancien régime e nel cozzo contro il capitalismo- si teneva abbarbicata alla solenne iconografia del socialismo reale. In ogni caso, chi pensava che a Palazzo Partanna, dopo i clamori dello “scomodo” Kubark, l’atmosfera si fosse tranquillizzata ha dovuto fare i conti con gli stimoli altrettanto forti di un dittico di pellicole che, separatamente, sollecitano i sensi fino al parossismo. Non tutti, però, e non tutti insieme. (altro…)