Ancora qualche riga sul corto di Wim Wenders, hommage a Kazuyo Sejima (che così si aggiudica una doppia vetrina nella mostra curata da lei medesima) proiettato in 3D all’Arsenale.
Naturalmente, guai a non osannare l’epifanico materializzarsi di questo ennesimo capolavoro, permeato di magica poesia (cioè la solita roba “intellettuale”, il cui grado di elevazione si identifica col numero di parole sussurrate ogni quarto d’ora da una voce aliena come in una réclame Barilla). Lo immagino, ora starete disprezzando la mia sensibilità da camionista, la mia ignoranza da impiegatuccia che sbotta contro la Corazzata Potemkin. Ma sappiate che questa rozzezza d’animo non mi ha impedito di provare un nobile sentimento: la compassione. Perché i protagonisti di questo “spottone” paiono tutti depressi. (altro…)