Se c’è uno che non si toglie dalla testa, quello è Bach. State pur certi che, se uscite di casa la mattina con l’ipod nelle orecchie e schiacciate “play” su una sua qualsiasi partitura,
Indomabile. Così era Leonora Carrington, l’“ultima immortale” del glorioso movimento surrealista, spentasi nei giorni scorsi per una polmonite in Messico, paese che l’aveva accolta negli anni Quaranta, in fuga da un’Europa sconvolta dalla guerra
Ne bis in idem. E invece. E invece Francesco Lauretta l’ha fatto, imponendosi nel recente autunno milanese con Due volte, un “esperimento” – curato da Marco Senaldi– di ri-animazione dei suoi dipinti precedenti. Proviamo